sabato 2 dicembre 2017

Emily Dickinson





258


C’è un taglio obliquo di luce
nei pomeriggi d’inverno
che affligge, come il peso
d’armonie di cattedrale –

Celeste è la ferita che ci reca –
non possiamo trovare cicatrici –
ma interiore è il dissidio, là dove
hanno dimora i suoi significati –

Nessuno può spiegarlo –
Disperazione è il suggello –
un’angoscia imperiale
che l’aria ci manda –

Quando viene, il paesaggio sta in ascolto
e le ombre trattengono il respiro –
quando dilegua, è come la Distanza
sul volto della Morte.


Crocetti Editore per l’Unità multimedia 1998
Volume tratto dalle raccolte Le più belle poesie di Emily Dickinson e Geometrie dell’estasi (1993, 1988)
Trad. a cura di Silvio Raffo




258


There’s a certain Slant of light,
Winter Afternoons –
That oppresses, like the Heft
Of Cathedral Tunes –

Heavenly Hurt, it gives us –
We can find no scar,
But internal difference,
Where the Meanings, are –

None may teach it – Any –
‘Tis the Seal Despair –
An imperial affliction
Sent us of the Air –

When it comes, the landscape listens –
Shadows – hold their breath –
When it goes, ‘tis like the Distance
On the look of Death –











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