Anna Maria Curci è nata a Roma,
dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Suoi testi sono apparsi in
riviste, in antologie e su lit-blog.
Con Fabio Michieli condivide il ruolo di
caporedattore del blog letterario “Poetarum Silva”; è nella redazione della
rivista trimestrale “Periferie” e del sito “Ticonzero”. Ha pubblicato in rete
traduzioni da testi di diversi autori, prevalentemente di lingua tedesca.
Sono pubblicate in volume dalla casa editrice Del
Vecchio sue traduzioni di poesie da: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio /
Sonntags dachte ich an Gott (2012), del romanzo Johanna di Felicitas Hoppe (2014), di poesie da: Hilde
Domin, Il coltello che ricorda
(2016). Per le edizioni Canopo ha tradotto il racconto I fortunelli di Felicitas Hoppe.
Sue sono le raccolte
di poesia: Inciampi e marcapiano
(LietoColle 2011), Nuove nomenclature e
altre poesie (L’arcolaio 2015).
dalla sezione Controrepliche
Amigdala
Senza aspettar perché
torni a tuffarti
incurante dell’impatto
di incerte cromogeometrie.
torni a tuffarti
incurante dell’impatto
di incerte cromogeometrie.
Sei tu che guidi o segui
impulsi alieni e li trasformi
talvolta in paralisi ghignanti
talaltra in allegre allemande?
impulsi alieni e li trasformi
talvolta in paralisi ghignanti
talaltra in allegre allemande?
dalla sezione Imbatti: incontri veramente fortuiti?
Tre: Malina
La terza fu la
volta di Malina.
Nelle cocche
portava del grembiule
una scorta di
ortiche, unico scampo
suo alla torre
di fame settennale.
Sul dorso aveva
appesa una lanterna.
«Faccio luce, esordì, a chi ha per
bussola
il sembiante
eppur pretende di distinguere
il vero. Anche
l’amato volli aiutare e ancora
s’avverte il
tocco a vuoto degli indizi sparsi
mai raccolti.
Muto l’accento a volte, mi trasformo
in pedone,
nascondo la lanterna sotto il manto,
dalla scacchiera
ammicco placida in incognito.
da Nuove
Nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015)
dalla sezione Nuove nomenclature
Undici settembre
Acquerello di
Klee, tu guardi ancora.
Su ricorrenze
amplificate taci.
Dipani la
matassa dell'oblio.
Arrotolato e
stretto, unico sei
rimasto folle
antidoto alla fuga,
azzardo e
rischio sul confine ispano.
A quale dei
Santiago ti rivolgi?
Sguardo sollevi
e immemori soccorri
al manifesto undici settembre.
dalla sezione
Staffetta
Dopo la
scarnatura
È concia di
sorrisi
a grinze
plissettate.
Senza sale né
cromo,
senza allume di
rocca.
Soluzione
segreta
dopo la
scarnatura.
Sono i giorni
feriali
i veri funamboli.
dalla sezione Canti dal silenzio
V
Della pioggia a dirotto e della cura
che tutto
abbraccia e mitiga e separa
e molce e scinde
imbeve e poi asciuga.
Ha una cuffia
piccarda o un berretto;
mette a
sghimbescio un cappello consunto
se armeggia con
cesoie, giardiniere.
Sul fuoco, a
sobbollire prende tempo.
Cronomisuratori
stanno in guardia
ma lei, la cura, alza le spalle e cuoce.
dagli inediti
Traducendo
Rose Ausländer
Una chiusa che sbarra
e i cordiali saluti
lanciati come sfida
all'offerta di aiuto
Keine
Delikatessen
si diceva in poesia
si diceva in poesia
E se il ghiaccio ci
morde
tu Rose io straniera
ricerco la tua strada
tendo l'orecchio al canto
tu Rose io straniera
ricerco la tua strada
tendo l'orecchio al canto
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