IGINO CREATI
Nato ad Arsita (TE) nel 1946, ha vissuto a Pescara dove
insegnava Italiano e Storia nelle scuole medie superiori. E’ Stato giornalista
per 15 anni nelle televisioni private e ha collaborato a riviste e periodici
con rubriche e interventi critici sulla letteratura contemporanea.
Ideatore e organizzatore di numerose manifestazioni
culturali, tra cui il Premio Nazionale di Narrativa “Città di Penne”, esportato
nel 1995 a Mosca su richiesta del Governo della Federazione Russa; nel 2007 anche
in Germania, Grecia e Romania.
E’ stato fondatore e Presidente dell’A.S.P.A. (Associazione
dei Poeti Abruzzesi).
Vincitore di numerosi Premi di Poesia e di Critica
Letteraria tra cui il “Città di Pisa” (due volte), “IL Ceppo-Nuove Proposte”,
il “Chiaravalle” e il “Sant’Egidio”. Nel 1995 gli fu assegnato il “Vanvitelli”
sia per la sua poesia che per la sua attività di promotore culturale.
E’ morto a Pescara il
28 maggio 2013.
Opere:
Gocce d’alba (1971), Dissidio (1973), La collina di luce
(1975), L’onesta solitudine (1977), Via Donatello 23 (1986), Quarto piano (1995),
Un tunnel lungo un cuore (2005), I cieli di San Pietroburgo (2007).
CARO VENTESIMO SECOLO (da: Via Donatello 23) ed. Tracce
Confinato in città caotiche
di silenzi da non meditare,
caro ventesimo secolo,
pronto al disamore
ognuno è una parte di storia
una rivoluzione che spesso non accade.
UN PO’ DI SOGNI (da:Quarto piano)
E’ scandalo la vita parallela
il nostro essere sempre nei dintorni
così distratto eppure così teso.
L’amico s’allontana a piedi nudi
andando incontro al sole
ma già ritorna dietro la collina
il tenero coraggio dell’amore
a disegnare mete quotidiane
carezze intrighi e semplici colloqui.
Se poi chiama qualcuno da un balcone
(magari tu dal ciglio della strada)
ripenso l’ombra al centro della quiete
ti chiedo alzando il tono della voce
un po’ di sogni un prestito che manca
a questo ripiegare solitario
di ragione a questo sangue pigro
che muto assilla più d’una tempesta.
I PASSERI DI KEMEROVO (da: Quarto piano) ed. Tracce
Kemerovo
(Siberia)
25
dicembre 1987
Oggi Dio è chiuso
e non c’è nessuno che possa riaprire il cielo
o sospingere fra poco
questa parte gelida di luna
verso l’altra metà
in qualche lontana strada.
Solo i passeri di Kemerovo
saltellano senza sosta sulla neve
come il pensiero di te
sul mio cuore.
Ho mille idee impigliate nella mente
l’ultima è caduta appena ieri
alle sei e un quarto dentro il buio
ma torna ogni ora qui
e la traduco
“Ià tibià lublù”: “Io ti amo”.
QUI STASERA (da: I
cieli di San Pietroburgo) ed. Tracce
Pensi di scoprire nuova luce
(il rossetto scomparso dalle labbra)
in chi apre un abisso che divora
o già piange un vuoto.
E la mia morte è qui stasera
appoggiata a questo palo
con quel poco che di te vive.
Vedo un ponte che vacilla
un’isola che trema
e tanto cielo
uno spalto d’amore che rinasce.
ANCHE SENZA DARTI UN BACIO (da: i cieli di San Pietroburgo) ed. Tracce
Se oggi passasse al mio fianco
un po’ di questa tua dolcezza
sarei all’improvviso
più vicino – o più a fondo –
nel sorriso della vita.
Lo sa la mia età
che mentre muti
intanto ti conosco a poco a poco
anche senza darti un bacio.
Non mi resta, cara,
che amare l’attesa
che ci scalda
cercare – se esiste – un’entrata
- magari d’emergenza –
nel tuo cuore.
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