Fosca Massucco è nata a Cuneo nel 1972, vive su una collina
del Monferrato astigiano. Laureata in fisica e specializzata in acustica, oggi
è Tecnico del Suono e sviluppa progetti di musica jazz e poesia in un personale
studio di registrazione.
Ha pubblicato “L’occhio e il mirino” (L’arcolaio, 2013),
prefato da Dante Maffia, e “Per distratta sottrazione” (Raffaelli editore,
2015), prefato da Elio Grasso.
La poesia di Fosca Massucco è ricerca costante dell’essenziale,
scavo profondo e impietoso nel sé.
La percezione sensoriale “hic et nunc” è la chiave che spalanca sul
travaglio dell’essere creatura consapevole dell’ appartenenza ineluttabile a un
tutto che sovrasta e inghiotte.
*
Se non fossi stata io, nulla sarei stata –
né caso mi avrebbe cercata
(o
necessità richiesta).
Un miserevole frattale ricomposto,
vano quanto bruma bassa.
Quando non sarò più io, nulla sarà –
sorte e necessità in equilibrio.
da: L’occhio e il
mirino
*
Così sale un
arcobaleno in quota –
l’occhio è un mirino, a fissarlo non lo scorge –
inchiodato al cielo tra gola e vetta
come a immortalar se stesso.
Così sono io, l’occhio e il mirino –
il volo del gipeto che trafigge l’iride –
ospito domande immense nelle vene
senza arrestare lo
schiocco.
Nulla è sublime più che attraversare il mondo
lasciandolo immutato.
da: L’occhio e il
mirino
*
Immersa in una tonale di gioia, io trionfo
incessante negli anditi riverberanti dell’anima
come un crine ebbro di pece sulla corda.
per distratta sottrazione.
da: Per distratta
sottrazione
*
In un castello di sabbia ci sono grani
a sufficienza per figurarsi un eone.
Chicchi franosi, equilibrio indifferente –
memoria distratta di materia.
Il castello ristà: miniata resiste Aqaba
presa di spalle tra pollice e indice.
Il mare s’allunga e ritira la sabbia –
ogni rovina porta con sé i propri suoni.
da: Per distratta
sottrazione
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