venerdì 18 marzo 2016

Fosca Massucco


Fosca Massucco è nata a Cuneo nel 1972, vive su una collina del Monferrato astigiano. Laureata in fisica e specializzata in acustica, oggi è Tecnico del Suono e sviluppa progetti di musica jazz e poesia in un personale studio di registrazione.
Ha pubblicato “L’occhio e il mirino” (L’arcolaio, 2013), prefato da Dante Maffia, e “Per distratta sottrazione” (Raffaelli editore, 2015), prefato da Elio Grasso.


La poesia di Fosca Massucco è ricerca costante dell’essenziale, scavo profondo e impietoso nel sé.

La percezione sensoriale  “hic et nunc” è la chiave che spalanca sul travaglio dell’essere creatura consapevole dell’ appartenenza ineluttabile a un tutto che sovrasta e inghiotte.





*
Se non fossi stata io, nulla sarei stata –
né caso mi avrebbe cercata
                                          (o necessità richiesta).

Un miserevole frattale ricomposto,
vano quanto bruma bassa.

Quando non sarò più io, nulla sarà –
sorte e necessità in equilibrio.


da: L’occhio e il mirino


*
Così sale un arcobaleno in quota –
l’occhio è un mirino, a fissarlo non lo scorge –
inchiodato al cielo tra gola e vetta
come a immortalar se stesso.

Così sono io, l’occhio e il mirino –
il volo del gipeto che trafigge l’iride –
ospito domande immense nelle vene
senza arrestare lo schiocco.

Nulla è sublime più che attraversare il mondo
lasciandolo immutato.


da: L’occhio e il mirino


*
Immersa in una tonale di gioia, io trionfo
incessante negli anditi riverberanti dell’anima
come un crine ebbro di pece sulla corda.

Il dolore è silenzio del tono puro
per distratta sottrazione.


da: Per distratta sottrazione    


*
In un castello di sabbia ci sono grani
a sufficienza per figurarsi un eone.
Chicchi franosi, equilibrio indifferente –
memoria distratta di materia.

Il castello ristà: miniata resiste Aqaba
presa di spalle tra pollice e indice.
Il mare s’allunga e ritira la sabbia –
ogni rovina porta con sé i propri suoni.


da: Per distratta sottrazione



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