Marco Tabellione (5.5.1965 Musellaro-PE), laureato nel '91 in lettere moderne
all'università "G. D'Annunzio" di Chieti, con una tesi sulle
avanguardie poetiche degli anni Sessanta, specializzato alla LUISS di Roma in giornalismo.
Collabora con il quotidiano Il Centro e riviste letterarie nazionali e insegna
materie letterarie in un liceo. Vincitore a Perugia nel 1990 del premio di
poesia intitolato a Sandro Penna, nel 1998 ha vinto il premio “Giovani autori” curato
dalla Fondazione Caripe di Pescara, mentre nel 1999 il premio “Palazzo Grosso”
di Riva presso Chieri (Torino) con il volume di poesie Incanti. Nel 2003
con la raccolta Tra cielo e mare è stato tra i vincitori del concorso
“Adottiamo uno scrittore” indetto dalla provincia di Pescara, e nel 2004 si è
classificato secondo al premio abruzzese Sant’Egidio indetto dalla cooperativa
Tracce di Pescara. Per le edizioni Tracce di Pescara ha pubblicato nel 1995 la
raccolta di poesie Gli uni e gli altri bui e il saggio sul giornalismo
televisivo L’immagine che uccide. Nel 1998 è stata pubblicata la
raccolta di poesie InCanti, sempre per le edizioni Tracce, mentre nel
2000 le edizioni Samizdat di Pescara hanno curato la raccolta di versi, L’alba
e l’ala. Nel 2001 è uscito il suo primo romanzo Il riso dell’angelo
per le edizioni Tracce, mentre risale all’anno 2002 il saggio di letteratura La
cura dell’attimo edito da Samizdat di Pescara. Nel 2003 è uscita l’ultima
raccolta di poesie intitolata Tra cielo e mare e pubblicata anch’essa da
Tracce. Nel 2009 è uscito il romanzo L’isola
delle crisalidi per le edizioni Runde Taarn, che nel 2010 ha vinto il
premio Zenone riservato alla narrativa. Lo stesso romanzo L’isola delle crisalidi nel 2010 è risultato finalista al premio
Lamerica e ha vinto il premio speciale della giuria al premio De Lollis. Nel
2011 ha vinto il premio di poesia Spinea e nel 2012 è giunto secondo al premio
“Liliana Bragaglia” con il racconto inedito La
bottega del libraio. Infine nel 2013 ha vinto il premio di giornalismo
sezione ambiente “Vivi l’Abruzzo”. Nel 2015 è uscito il suo ultimo libro, il
saggio Il canto silenzioso, viaggio nei
segreti della poesia (edizioni Solfanelli) premiato nello stesso anno al
premio di saggistica Città delle Rose di Roseto e finalista al premio
Roccamorice.
Da InCANTI (1998)
Il vento
Ho conquistato il mio vento a tratti
soffiando la sua saggezza
sulle vie e gli involi
…rinato io
dagli echi di quand’ero sabbia e pianeta
E le inquietudini serbo ora
gonfiandole
come onde
come
una vela che s’inarca all’orizzonte
Non sono ferito non più di tanto
dal
mondo e dalla sua storia
dalla
crudezza che smorza l’incanto
PERÒ VI AMO
come
in un ritorno
gioioso e azzurro
di un viaggiatore tra stelle e galassie
E COSÌ tornato
e rinato
vi dono questo sprazzo di pianto felice
la
prova di me e della mia vicissitudine
La solitudine
Ho consumato la mia solitudine
a poco
a poco
intera come un lago di vetro
senza spargerla senza
infrangerla
Ho danzato a lungo sull’orlo del mare
nella
scarna urna del giorno
e non mi sono tuffato
non mi sono bagnato
solo ho sciolto le ore nel sogno
in uno spirare di ere e di iridi
Così ora poserò il capo
sull’orlo del mare
ad aspettare che il vento si plachi
o involi via le mie parole come prole
Così ora ti
chiederò perdono
ché oggi solo questo posso offrirti:
la mia solitudine
la mia infinta
voglia di tuffarmi e di bagnarmi
e di
nuotare fin dentro al cuore del mondo
Viaggiamo
Viaggiamo inerti nella nebbia o nel sole
ricchi di vento e cieli
e canto
le nostre mani sono quelli di un albero
quelle di un fiume
o del lago nascosto
Che ci sia neve o fango
gioia o dolore
non importa
perché il sangue conosce la via
e
la mente ciò che sta oltre
la mente! se sa ancora sognare
il sangue conosce la fine
e il cuore ciò che non muore
il cuore! se sa
ancora amare
Come la neve
Come la neve vorrei adagiarmi sulle cose
e
sugli uomini
sentirli in profondo
in un abbraccio
più vasto del mare e del cielo
Come la neve orrei scendere tra gli alberi
e i prati
e ascoltare i cuori degli esseri
e
comprenderli
capire il battito delle loro vite
Come la neve vorrei essere dovunque
e
prendere la forma di tutte le cose
e stringere le mani del mondo
e
che ci sia un sorriso in questa stretta
bianco
e puro
piovuto
adagio, come la neve
Come la neve vorrei, infine
sciogliermi al sole
a
questo sole che a volte ci manca
a
volte ci inonda
al sole che dà e toglie
al sole che nutre e brucia
ma non è mai nemico
come
non è nemica la morte
Non è nemica la morte
quando morire è evaporare ai raggi dorati
sollevarsi in alto
attendendo
una nuova forma
ed
un ritorno leggiadro, all’infinito
Come la neve vorrei adagiarmi sulle cose
e
sugli uomini
sentirli in profondo
in
profondo
Da L’ALBA E L’ALA (2000)
L’amore sovrano
Oltre il mare, il vento, le stelle
oltre l’universo e la vita stessa
oltre noi e in noi, dovunque
al di là del regno e del sogno
negli spazi delle lune e delle eternità
dappertutto ci sia la magia di nuovi inizi
lì viaggia la meraviglia di te
l’incanto
tuo e del tuo mistero
questo astro unico che noi siamo e respiriamo
e vola più forte di ali e cuore
e nuota più gioioso di grida e silenzi
e coglie il senso e il segreto del tutto
comprende l’alito di ogni essere
il cuore di
ogni cosa
il fiore e il fine di
tutto
perché questo volo azzurro
questa magia
infinita
è amore
sovrano
senza respiro
senza
tempo
Nessun commento:
Posta un commento