TRE POESIE SCELTE DA LUCIANO NOTA
DA "COMPOSITA SOLVANTUR"
Einaudi, Torino 1994
QUALCUNO E’ FERMO…
Qualcuno è fermo, lontano, riparte, dove
la strada svolta nel bosco tra pietre e siepi.
Poi rieccolo, tra le vigne, più lontano. Non vede
o, se vede, non conosce più.
Che sera
senz’ombre, erbe, la vostra. Enorme è l’albero
in aria, su chi va…
E mai non era nostra
la schiuma nello stagno
o il ruvido lentischio, nulla avevamo compreso,
non il sentiero, non il paese chiuso
dove non c’era anima viva
e tocca invano ai selci il passo
del segnato da Dio.
Fra poco sarà buio, sarà l’urlìo
d’aria, dei cani alla catena e
delle piccole fiere le veloci
le disperate imprese.
Ma prima di rispondere di no,
ecco, guardiamo ancora, vi prego, i prati
dove in pianto eravamo passati,
le vigne e di alti nidi immenso l’albero!
E fedeli chiediamo di portare
un’altra volta ancora
ai mormorii della fedele mezzanotte
l’intelletto delle erbe e il nostro.
LE PICCOLE PIANTE…
Le piccole piante mi vengo incontro e mi dicono:
“Tu, lo sappiamo, nulla puoi fare per noi.
Ma se vorrai entreremo nella tua stanza,
rami e radici fra le carte avranno scampo”.
Ho detto di sì a quella loro domanda
e il gregge di foglie ora è qui che mi guarda.
Con le foreste riposerò e le erbe sfinite,
vinte innumerabili armate che mi difendono.
Sono nella stanza dove tutto è ordinato
dove tutto è settembre.
Sul davanzale si agitano, avvisate
dei mutamenti celesti, le formiche.
Nessuna melodia nasconda qui
una severità modesta
la sola che non disconviene.
Assonanze! Le vostre ragioni
quando la notte è senza movimento
dal fondo dei legni le odo.
Ma il tarlo che rodeva non c’è più
ma immaginari i cigolii.
Voi nei sistemi strani che le disperazioni
levano dentro il fondo arduo del mondo
e ora nella stanza calma
dell’antenato che sono o divengo
immobili indifesi
ragni esili pendete.
Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre
1917 – Milano, 28 novembre 1994)
poeta, critico letterario,
saggista e intellettuale italiano.
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