Quia Multum Amavi
Cuore mio, credo che il giovane
prete appassionato
Quando estrae per la prima volta
dal segreto sacrario
Il suo dio imprigionato
nell’Eucarestia
E mangia il pane e beve il
terribile vino,
Provi uno stupore pauroso quale
io provai
Quando per la prima volta i miei
occhi trafitti ti colpirono in pieno,
E tutta notte ai tuoi piedi
stetti inginocchiato
Finché l’idolatria non ti tediò.
Ah! Ti fossi piaciuto meno, e mi
avessi amato di più,
Tutti quei giorni estivi di gioia
e di pioggia,
Non sarei stato l’erede del
dolore,
Né un lacchè nella casa del
Tormento.
Pure, benché il rimorso, cereo
siniscalco della gioventù,
M’insegua da presso con tutto il
suo seguito,
Sono felice di averti amato –
pensa a tutti
I soli che ci vogliono per fare
un’azzurra veronica!
Quia Multum Amavi
Dear Heart, I think the young impassioned
priest
When first he takes from out the hidden shrine
His god imprisoned in the Eucharist,
And eats the bread, and drinks the dreadful
wine,
Feels not such awful wonder as I felt
When first my smitten eyes beat full on thee,
And all night long before thy feet I knelt
Till thou wert wearied of Idolatry.
Ah! hadst thou liked me less and loved me more,
Through all those summer days of joy and rain,
I had not now been sorrow’s heritor,
Or stood a lackey in the House of Pain.
Yet, through remorse, youth’s white-faced
seneschal,
Tread on my heels with all his retinue,
I am most glad I loved thee – think of all
The suns that go to make one speedwell blue!
da WILDE Poesie e “Ballata del carcere di Reading”
A cura di Masolino D’Amico
Testo inglese a fronte
Grandi Tascabili Economici Newton
1991
1 commento:
Emerge, in questa lirica, la doppia natura, tormentosa e deliziosa , dell' amore , vissuta da Wilde in prima persona. Anni fa, lessi questa ed altre poesie proprio in questa edizione della Newton.
Posta un commento