domenica 6 maggio 2018

* LA MAMADRE - Pablo Neruda







La mamadre, ecco che arriva
con zoccoli di legno. Ieri
soffiò il vento del polo, si sfondarono
i tetti, crollarono
i muri e i ponti,
l’intera notte ringhiò coi suoi puma,
ed ora, nel mattino
del sole freddo, arriva
mia mamadre, signora
Trinidad Marverde,
dolce come la timida freschezza
del sole delle terre tempestose,
lanternina
minuta che si spegne
e si riaccende
perché tutti distinguano il sentiero.

Oh, dolce mamadre
- mai ho potuto
dire matrigna -,
la mia bocca trema a definirti,
perché appena
fui in grado di capire
vidi la bontà vestita di poveri stracci scuri,
la santità più utile:
quella della farina e dell’acqua,
e questo fosti: la vita ti fece pane
e lì ti consumammo
nei lunghi inverni desolati
con la pioggia che grondava
dentro la casa
e la tua ubiqua umiltà
che sgranava
l’aspro
cereale della miseria
come se tu andassi
spartendo
un fiume di diamanti.

Ahi, mamma, come avrei potuto
vivere senza ricordarti
ad ogni mio istante?
Non è possibile. Io porto
il tuo Marverde nel mio sangue,
il cognome
del pane spartito,
di quelle
dolci mani
che ritagliarono da un sacco di farina
le brachette della mia infanzia,
di lei che cucinò, stirò, lavò,
seminò, calmò la febbre,
e, quando ebbe fatto tutto
e ormai potevo
reggermi in piedi saldamente,
si ritirò, cortese, schiva,
nella piccola bara
dove rimase in ozio per la prima volta
sotto la dura pioggia di Temuco.






* Il poeta aveva appena un mese di vita quando sua madre, doña Rosa Basoalto, morì di tubercolosi.
“Mio padre si era sposato in seconde nozze con doñaTrinidad Candia Marverde, mia matrigna. Mi sembra incredibile dare questo nome all’angelo tutelare della mia infanzia. Era diligente e dolce, aveva un campagnolo senso dell’umorismo, una bontà attiva e infaticabile. Appena arrivava mio padre, lei si trasformava solo in un’ombra soave come tutte le donne di quel tempo e di quel luogo”.
La matrigna (madrastra) viene chiamata da Neruda con l’affettuoso neologismo di “mamadre”, che arricchisce la connotazione di “madre” con quella di “mamà” (mamma) e di “mamar” (succhiare il latte). Temuco è la piovosa città del Sud dove Neruda trascorse l’infanzia e l’adolescenza.





da: Pablo Neruda POESIE (1924-1964)
Fabbri Editori, 1997
Introduzione, scelta, traduzione e note di Roberto Paoli

1 commento:

Mare ha detto...

La più bella poesia che è dedicata ad una donna. Maria Grazia Armone

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