domenica 22 giugno 2014

Felix Luis Viera - Preferisco quelli che cantano / Ogni giorno muoio 24 ore

Formato Kindle Gratuito
Felix Luis Viera Perez











                    








Poeta cubano naturalizzato messicano
(Santa Clara, 19 agosto 1945)                                                                                                                                                                                                                                                                        Traduzione a cura di Gordiano Lupi
                                                                                             Il Foglio Letterario 

Storia


Furono un uomo e una donna come appena
riuscirono ad essere.
per caso qualche volta - come si dice al culmine

riuscirono ad accoppiarsi in quel nido
che a mezzanotte fabbricavano quasi
disperatamente.

Neppure le fermate degli autobus né l'orario dei
loro
problemi
convergevano.

Quanto tempo mancò per dire sì, che andava
bene, entro mezz'ora.

La donna ruggiva tra i pennelli
indagando la magia che risiede nel lato
più occulto, più semplice delle cose.

L'uomo sanguinava a gocce lente
fuggendo tra le parole che si accreditano
dove non ci sono occhi né tatto che possano
afferrarle
se non dopo aver minato tutti i 
percorsi.

Il tempo continuò ad aprirsi tra loro come
una ferita
che cercavano invano di chiudere, almeno di 
fermare.
Una di quelle volte - l'ultima - che riuscirono
a unirsi
scoprirono un roseto.
Il roseto viveva tra le pietre.
Tra le pietre il fusto si ergeva, si perdeva
cercando il suo sangue nessuno calcola in quale
terra,
a quale distanza.

E aveva rose che sembravano spari sul punto di
uscire.

La donna dei problemi e l'uomo dei
problemi allora si guardarono
e ognuno prese la sua rotta, convinti
che l'amore non indugia sulle piccolezze.

Giugno 1979



Nuda

Nuda suggerisci forti raffiche,
torri fumanti, impatti
di grandi eserciti.
Grazie che esistono il mondo e le
pareti;
grazie di esistere tu dentro il
mondo e le pareti
grazie che esistono le porte, le
chiavi, la penombra;
grazie di esistere tu dopo le
porte, le chiavi;
grazie di esistere tu dentro la
penombra
nuda
come il grido d'un fiore che appassisce,
come uno squarcio sotto la carne.
nuda suggerisci la guerra interminabile,
il mare d'ottobre, i razzi
stellari, i cavalli
sfiniti nelle lunghe marce della
Storia.
Grazie che esiste il mondo e tu
dentro il mondo
nuda come l'acqua.
E grazie, soprattutto,
che ancora il mio cuore elabora efficacemente
i suoi battiti,
che ancora le mie braccia e le mie gambe
si muovono a velocità accettabili, che
ancora
non mi manca del tutto l'aria, che ancora
respiro normalmente.

Novembre 1980