mercoledì 21 febbraio 2018

Anna Maria Curci



Anna Maria Curci è nata a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Suoi testi sono apparsi in riviste, in antologie e su lit-blog. 
Con Fabio Michieli condivide il ruolo di caporedattore del blog letterario “Poetarum Silva”; è nella redazione della rivista trimestrale “Periferie” e del sito “Ticonzero”. Ha pubblicato in rete traduzioni da testi di diversi autori, prevalentemente di lingua tedesca. 
Sono pubblicate in volume dalla casa editrice Del Vecchio sue traduzioni di poesie da: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio / Sonntags dachte ich an Gott (2012), del romanzo Johanna di Felicitas Hoppe (2014), di poesie da: Hilde Domin, Il coltello che ricorda (2016). Per le edizioni Canopo ha tradotto il racconto I fortunelli di Felicitas Hoppe.
Sue sono le raccolte di poesia: Inciampi e marcapiano (LietoColle 2011), Nuove nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015).




da Inciampi e marcapiano (LietoColle 2011)


dalla sezione Controrepliche

Amigdala



Senza aspettar perché
torni a tuffarti
incurante dell’impatto
di incerte cromogeometrie.


Sei tu che guidi o segui
impulsi alieni e li trasformi
talvolta in paralisi ghignanti
talaltra in allegre allemande?




dalla sezione Imbatti: incontri veramente fortuiti?

Tre: Malina



La terza fu la volta di Malina.
Nelle cocche portava del grembiule
una scorta di ortiche, unico scampo
suo alla torre di fame settennale.

Sul dorso aveva appesa una lanterna.
«Faccio luce, esordì, a chi ha per bussola
il sembiante eppur pretende di distinguere
il vero. Anche l’amato volli aiutare e ancora

s’avverte il tocco a vuoto degli indizi sparsi
mai raccolti. Muto l’accento a volte,  mi trasformo
in pedone, nascondo la lanterna sotto il manto,
dalla scacchiera ammicco placida in incognito.





da Nuove Nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015)


dalla sezione Nuove nomenclature

Undici settembre



Acquerello di Klee, tu guardi ancora.
Su ricorrenze amplificate taci.
Dipani la matassa dell'oblio.

Arrotolato e stretto, unico sei
rimasto folle antidoto alla fuga,
azzardo e rischio sul confine ispano.

A quale dei Santiago ti rivolgi?
Sguardo sollevi e immemori soccorri
al manifesto undici settembre.




dalla sezione Staffetta

Dopo la scarnatura



È concia di sorrisi
a grinze plissettate.

Senza sale né cromo,
senza allume di rocca.

Soluzione segreta
dopo la scarnatura.

Sono i giorni feriali
i veri funamboli.




dalla sezione Canti dal silenzio

V



Della pioggia a dirotto e della cura
che tutto abbraccia e mitiga e separa
e molce e scinde imbeve e poi asciuga.

Ha una cuffia piccarda o un berretto;
mette a sghimbescio un cappello consunto
se armeggia con cesoie, giardiniere.

Sul fuoco, a sobbollire prende tempo.
Cronomisuratori stanno in guardia
ma lei, la cura, alza le spalle e cuoce.





dagli inediti


Traducendo Rose Ausländer



Una chiusa che sbarra
e i cordiali saluti
lanciati come sfida
all'offerta di aiuto


Keine Delikatessen
si diceva in poesia


E se il ghiaccio ci morde
tu Rose io straniera
ricerco la tua strada
tendo l'orecchio al canto















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