martedì 5 dicembre 2017

Mario Luzi - Passione Poesia

    



Da Passione Poesia

Letture di Poesia Contemporanea (1990- 2015) 
CFR 2016

a cura di:
Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo e Nino Iacovella


un testo di
Mario Luzi con nota di presentazione di Antonio Donadio








Scrive lui,
                 ripercorre
cioè
l’immemorabile scrittura,
s’immette in quelle tracce
nitide o inselvate,
entra in quella logia,
                                    filtra in quella grafia,
ne segue gli aculei e le volute,
ripete le sue cifre.
                                Scrive
lui scriba
                   il già scritto da sempre
eppure mai finito,
mai detto, detto veramente.
                     Chi suscita quei semi,
chi anima quel firmamento?
                                                   Opera
la sua propria genitura,
                                        si risveglia
a se stesso il morto segno.
L’autore? Non sa niente di sé,
l’autore – Mia è la prova, mio il martirio –
pensa lui che scrive
- o è questa la creazione,
                                                  lui che scrive appunto?




da “Frasi e incisi di un canto salutare” Garzanti 1990



Dal commento di Antonio Donadio

L’epifania del poeta come scriba


[…]

In “Frasi e incisi di un canto salutare” si rafforza la personale, clamorosa, rivoluzione di tipo formale: i versi a costellazione. Libera aggregazione sulla pagina, ora a catena, ora frammentata, che diventa traslitterazione materiale di un ritmo interiore che si fa poesia limitando al massimo ogni letterarietà. È la vincente risposta del poeta a un’esigenza di canto che sia “canto dell’universo, come le sfere”. Egli sente il richiamo di questa musica che “frammentariamente può essere percepita e forse trascritta”, ma che non può essere catturata in una costruzione regolare e fa del poeta una specie di demiurgo, non più creatura ma creatore: (“io ho voluto far coincidere un po’ creatura con creatore”). Parola e autore diventano inscindibili.
[…]
Ma chi è lo scriba? È colui che non si sente essere “agente”, consapevole che altri sono protagonisti del suo scrivere; egli è solo il cantore, il testimone.

[…]














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