Da Passione Poesia
Letture di Poesia Contemporanea (1990- 2015)
CFR 2016
a cura di:
Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo e Nino Iacovella
un testo di
Mario Luzi con nota di presentazione di Antonio Donadio
Scrive lui,
ripercorre
cioè
l’immemorabile scrittura,
s’immette in quelle tracce
nitide o inselvate,
entra in quella logia,
filtra in
quella grafia,
ne segue gli aculei e le volute,
ripete le sue cifre.
Scrive
lui scriba
il già scritto da sempre
eppure mai finito,
mai detto, detto veramente.
Chi suscita quei semi,
chi anima quel firmamento?
Opera
la sua propria genitura,
si
risveglia
a se stesso il morto segno.
L’autore? Non sa niente di sé,
l’autore – Mia è la prova, mio il
martirio –
pensa lui che scrive
- o è questa la creazione,
lui che scrive appunto?
da “Frasi e incisi di un canto salutare” Garzanti 1990
Dal commento di Antonio Donadio
L’epifania del poeta come scriba
[…]
In “Frasi e incisi di un canto
salutare” si rafforza la personale, clamorosa, rivoluzione di tipo formale: i
versi a costellazione. Libera aggregazione sulla pagina, ora a catena, ora
frammentata, che diventa traslitterazione materiale di un ritmo interiore che
si fa poesia limitando al massimo ogni letterarietà. È la vincente risposta del
poeta a un’esigenza di canto che sia “canto dell’universo, come le sfere”. Egli
sente il richiamo di questa musica che “frammentariamente può essere percepita
e forse trascritta”, ma che non può essere catturata in una costruzione
regolare e fa del poeta una specie di demiurgo, non più creatura ma creatore:
(“io ho voluto far coincidere un po’ creatura con creatore”). Parola e autore
diventano inscindibili.
[…]
Ma chi è lo scriba? È colui che
non si sente essere “agente”, consapevole che altri sono protagonisti del suo
scrivere; egli è solo il cantore, il testimone.
[…]
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