sabato 13 gennaio 2018

Tre poesie giovanili di Cesare Pavese tradotte in spagnolo da José Muñoz Rivas


Le tre poesie riportate sono rimaste inedite fino al 1987. I documenti di Pavese furono donati dalla sorella dell’autore Maria Pavese Sini al “Centro per la Letteratura nel Piemonte Guido Gozzano - Cesare Pavese” dell’Università di Torino.
Il prof. Muñoz Rivas le trascrisse direttamente dai manoscritti originali. Furono pubblicate per la prima volta nel 1988, sulla rivista spagnola “Quimera” con traduzione in spagnolo a fronte a cura dello stesso.

Di seguito la traduzione di parte della nota introduttiva di José Muñoz Rivas:
“Le poesie appartengono chiaramente al primo periodo creativo dell’autore piemontese, definita da molti fase pre-poetica, adolescente (Pavese poteva avere tra i 15 e i 20 anni, quando le scrisse), scritte, cioè quando non si era ancora impiantata la solida poetica di Lavorare stanca, il primo libro, pubblicato nel 1934, o la poetica del mito, che, in definitiva è quella che dà coerenza a tutta la produzione letteraria di Pavese”.

Dal 1998 si trovano nell’edizione Einaudi: Cesare Pavese, Le poesie, a cura di Mariarosa Masoero, con introduzione di Marziano Guglielminetti.






 Stasera per un attimo


Stasera, per un attimo,
sul palcoscenico aperto
hai danzato per me.
Tra le povere scene di carta
soffi di luci false
sul frastuono di note e della folla piegata
s’è fatta per un attimo
una altissima pausa
un brivido d’immensa purità
e hai sfiorati i tappeti
su un cielo d’aurora.

Sei stata per me un attimo
la raffica di musica
che da una porta schiusa
si riversa in un brivido
nella strada notturna.

Per un attimo solo,
in una luce splendida,
poi sei tornata nuda.

[1928]



Esta noche por un momento


Esta noche, por un momento,
sobre el escenario abierto
has bailado para mí.
Entre los pobres decorados de papel
soplos de luces falsas,
en el murmullo de notas y de la gente inclinada
se ha hecho por un momento
una grandísima pausa,
un escalofrío de inmensa pureza,
y has rozado las alfombras
sobre un cielo de aurora.

Has sido para mí por un momento
la ráfaga de música
que desde una puerta entreabierta
se vierte en un escalofrío
en la calle nocturna.

Por un momento sólo,
en una luz espléndida,
luego has seguido desnuda.

[1928]



Ti vidi un giorno per alcuni istanti


Ti vidi un giorno per alcuni istanti
e so che mai potrò più rivederti.
Tu mi passavi leggera dinanzi
levando il viso pieno di dolcezza
ravvolto nei capelli evanescenti.
Eri lontana, forse anche diversa,
forse ad altri vendevi quel tuo viso,
forse lo vendi ancora, ma il sorriso doloroso, mai
me lo potrò scordare. So che il tempo
mi scaccerà l’amarezza del cuore
e che mai più ti rivedrò in mia vita,
ma è tanto dolce sognare con te!

[1924]



Te vi un día por algunos instantes


Te vi un día por algunos instantes
y sé que ya nunca podré volver a verte.
Tú me pasabas ligera delante
levantando el rostro lleno de dulzura
envuelto en cabellos evanescentes.
Estabas lejana, quizá también distinta,
quizá a otros vendías aquel rostro tuyo,
quizá lo vendes todavía, pero la sonrisa dolorosa, jamás
la podré olvidar. Sé que el tiempo
me quitará la amargura del corazón
y que ya nunca podré volverte a ver en mi vida,
¡pero es tan dulce soñar contigo!

[1924]



D’estate


Mi ondeggia ancora innanzi agli occhi il ramo
donde, come una freccia, s’è involato
l’uccello, via pe’ l cielo azzurro. L’erba,
dove siedo, scintilla di rugiade
al sol nascente e su dai larghi boschi,
di tra le foglie umide, e verdi, sale
innumerabile e vivo nel cielo
un pigolio un cinguettio immenso
inneggiante al risorger della luce.

Molli le rame s’agitano in alto,
sul cielo azzurro pallido, e un sussurro
vasto trascorre per le verdi fronde,
a ondate, or lento or rapido, col vento.
Dietro la chioma densa di un ontano
sta il sole e a tratti getta scintillii
per le foglie fluttuanti. Tutto il resto
è quiete, silenzio. Odo lontano
sui colli circonfusi dalla luce
spandersi l’armonia che pe ‘i sensi
mi calma il cuore…

Tutto il cielo s’accende nel tramonto:
nuvole sparse brillano vermiglie
sul cupo azzurro in alto e sopra i monti,
dov’è scomparso il sole, strati splendidi
s’ammassan rosso, argentei, dorati.

M’accarezza sul volto un vento tiepido
che mi giunge tra i pini, cupi, ritti
sul cielo pallido crepuscolare.
La valletta imbrunisce nella sera
e con netto profilo le colline
distaccan scure su uno sfondo roseo,
sereno, inesprimibile. Le case
sparse sui larghi fianchi verdeggianti
di boschi e prati paion riposarsi
nella freschezza dolce. Sol lontano,
lontano, ad occidente, dove s’apre
la valle e si distende lunga, azzurra
la catena dei monti, ancor s’accende
d’un rosso tenue l’immenso orizzonte.

Un profumo freschissimo di foglie
mi giunge nella notte; alberi enormi
si rizzan scuri frondeggiando. Lunghi,
per i colli vanenti nel leggero
lume lunare, rauchi a tratti i cani
abbaiano. La brezza ingagliardisce,
poi cade, ed incessante sale al cielo
lo stridio monotono d’un grillo
perduto chi sa dove: sale scintillante
sull’immensa campagna addormentata.

[1925]



En verano


Me ondea aún ante los ojos la rama
desde donde, como una flecha, se ha lanzado al vuelo
el pájaro, hacia el cielo azul. La hierba,
donde me siento, destella el rocío
al sol naciente, y por los anchos bosques,
de entre las hojas húmedas y verdes, sube
innumerable y vivo al cielo
un piar, un alegre canto inmenso
que ensalza al resurgir de la luz.

Blandas, las ramas se agitan en lo alto,
sobre el cielo azul pálido, y un susurro
vasto transcurre por las verdes frondas,
a oleadas, primero lento y luego rápido, con el viento.
Dentro de la melena densa de un aliso
está el sol y a ratos arroja reflejos
por las hojas fluctuantes. Todo el resto
es quietud, silencio. Oigo lejano
sobre colinas circunflejas por la luz
extenderse la armonía que por los sentidos
me calma el corazón…

Todo el cielo se enciende en el tramonto:
nubes esparcidas brillan bermejas
sobre el oscuro azul en lo alto y sobre los montes,
donde ha desaparecido el sol franjas espléndidas
se amontonan rojas, plateadas, doradas.

Me acaricia en el rostro un viento tibio
que me llega entre los pinos, misteriosos, impasibles
en el cielo pálido crepuscular.
El vallecito oscurece por la noche
y con claro contorno la colina
destacan oscuros sobre un fondo rojizo,
sereno, inexpresable. Las casas
esparcidas sobre largos costados verdeantes
de bosques y prados, parecen descansar
en la frescura dulce. Sol lejano,
lejano a occidente, donde se abre
el valle y se extiende larga, azul
la cadena de los montes, aún se enciende
de un rojo tenue el inmenso horizonte.

Un perfume fresquísimo de hojas
me llega en la noche; árboles enormes
se enarbolan oscuros, frondosos. Lejos,
por las colinas evanescentes en la ligera
luz lunar, roncos a ratos los perros
aúllan. La brisa se robustece,
después cae, e incesante sube al cielo
el chirrido monótono de un grillo
perdido quién sabe dónde: sube trémulo
sobre el inmenso campo adormecido.

[1925]






José Muñoz Rivas è professore di filologia italiana presso il Dipartimento di Lingue Moderne e Letterature Comparate dell’Università dell’Estremadura, in Spagna. È stato Lettore di spagnolo presso l’Università degli Studi di Torino, dove ha fatto il dottorato sull’opera di Cesare Pavese. Di questo autore ha pubblicato due libri, La poesía en la obra de Cesare Pavese, Università di Murcia, 1994 (microforma), e più recentemente, La poesía de Cesare Pavese. (Atravesando la mirada en el espejo, Università dell’Estremadura, Cáceres, 2002. Ha pubblicato edizioni spagnole di opere di Alfredo Giuliani (Versos y noversos, Universidad de Murcia, 1991) e Guido Gozzano (Los coloquios, Madrir, Visor, 2014, Poesía, Sevilla-Cáceres, Renacimiento, 2014, Las mariposas´. Epístolas entomológicas, Gijón, Trea, 2015; e di recente anche in edizione bilingue La vía del refugio, Barcellona, Calambur, 2017). Un autore su cui ha pubblicato un libro monografico, Guido Gozzano y el oficio feliz de escribir versos, Sevilla-Cáceres, Renacimiento, 2017. Di prossima pubblicazione è il libro En el texto poético de Cesare Pavese, Barcelona, Calambur, 2018.  

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