Franca Palmieri, nata a Morolo (FR), vive ad Aprilia (LT).
Laureata in Pedagogia e diplomata in Fisiopatologia, ha conseguito due
Abilitazioni in Materie Letterarie e insegnato in due diversi ordini di scuola,
ricoprendo incarichi organizzativi in relazione a Progetti Educativi e Aree
Funzionali, quali la Valutazione, l’Antidispersione, la Disabilità, Continuità
e Orientamento. Ha condotto Laboratori di Scrittura Creativa, Poesia e Teatro
nelle scuole. Ha pubblicato i libri di poesie: Arabeschi di luce,(2008), Quando
la vita profuma di nuovo, (2013), La
coscienza e la vanità (2015) e di recente la fiaba La fiamma del cuore, (Pellicano).
Finalista in molti Concorsi
Nazionali e Internazionali, ha ricevuto diversi Premi, Diplomi e Menzioni di
Merito; tra gli ultimi, due Menzioni di Alto Merito Culturale e Narrativo per
gli ultimi due libri nel novembre 2017 a Napoli, Accademia degli Artisti. Suoi
aforismi sono presenti in numerose Agende di Giulio Perrone Editore.
Fra le
diverse Antologie, è partecipe in SignorNò,
poesie e scritti contro la guerra e in LiberAzione
PoEtica sulle prigioni.
Ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia Masio Lauretti, quest’anno alla terza
Edizione, riservato agli alunni di scuole medie e superiori.
I
MONDO CIECO
che divori i tuoi figli innocenti
non sei tempo che avanza
sei tempo che manca.
Ripetute stragi di occhi stupiti
che stendono gli arti
in sculture cerate
senza conoscerne i perché.
Baluardi per noi
che non sappiamo muoverci
o non vogliamo.
Mondo rapace
devastatore di coscienze
privo di dubbi e verità,
sazio di dolore inflitto
per non urlare il proprio.
Mondo mostruoso,
quando finiremo di raccogliere
le gocce di sangue innocente
che perennemente spargi?
da La coscienza
e la vanità, Seam 2015
II
VIVA PER LIBERARE I VIVI
Resterò malinconica
sempre.
Ho patito la fame, la miseria.
I miei piedi inconsapevoli
hanno segnato
terre macchiate di sangue
nella corsa per il pane e il sale
tra impressionanti richieste
d’aiuto
nell’impossibilità del dare.
I miei occhi aperti all’orrore
si sono chiusi con le labbra
morse
per non gridare alla violenza.
Sono morta tra i morti
che coprivano le strade
tra le urla di paura
di chi era sotto le macerie.
Viva per liberare i vivi
sepolti dalla stessa casa.
Viva per cercare viveri.
La fame più di tutto m’inseguiva
insieme all’ombra del respiro
e al lutto della mia bambina
nata a dispetto di un illogico
momento brutale
rapita da un’impietosa malattia.
Me ne volevo andare
con la mia tristezza incurabile
sempre.
Sono rimasta senza mai
dimenticare.
I silenzi forzati, le grida, gli
schianti,
le armi puntate, la polvere da
sparo,
la rigidità dei volti, gli
sguardi sbarrati,
le suppliche, i pianti, gli
affanni.
Anche la guerra è rimasta.
Impressa nella mia anima,
incisa nella mia carne.
da La coscienza
e la vanità, Seam 2015
III
NUVOLE
Quante nuvole
hanno attraversato il mio cielo
quante cornacchie
hanno gracchiato
passandomi accanto!
Quante volte il sole
ha tentato un varco.
Su quanti treni sono salita
cercandomi
e quante volte ho ritrovato
casa senza rimanervi?
Quante volte ho sentito
un groppo nello stomaco
e catturato l’aria senza
liberarla!
Ho provato ad aspettare,
comprendere, accettare,
adattarmi a quel che accade.
Ho provato a cambiare, andare
oltre
come questi uccelli emancipati,
ma rimango immobile nel desiderio
di ciò che non accade,
così tanto imprigionata,
da non riuscire ancora a volare.
da La coscienza
e la vanità, Seam 2015
IV
ME NE ANDRÒ
D’ESTATE
Me ne andrò
d’estate
senza clamori,
sfumata nel
tramonto sul mare,
adagiata su un
colle
tra il profumo di
pini,
camminando sulla
cima
di un monte che
confina col cielo.
Seguirò l’estate
con l’entusiasmo
della vita,
l’allegria delle
vacanze concluse
trascorse in
allegria.
Spargerò sorrisi
e parole gentili
tra persone che
ho sempre amato.
Mi tufferò nei
silenzi delle sere,
nella luce delle
stelle d’agosto
cambiando solo la
prospettiva.
Soffierò lieve
sulle foglie d’autunno.
Dormirò su letti
di neve intatta.
Volerò come
farfalla
lasciandomi
inseguire nel vento.
Navigherò sulle
onde
che abbracciano
le terre.
Rinascerò in
nuove primavere
tra foglie appena
nate.
Sboccerò in ogni
fiore che sorprende.
Sarò la donna che
sono sempre stata,
appassionata,
divertente, amichevole, gentile.
Sarò di nuovo con
voi
nella vivida luce
della speranza.
da La coscienza e la vanità, Seam 2015
V
L’INGANNO
L’inganno dei
giusti
s’addentra nelle
crepe dei muri
e sprofonda dove
il sole
in gabbia non
arriva
si pietrifica
negli anni
dietro sconcerto
e rabbia
finché allo
sguardo innocente
appare il
miraggio della colpa
per saziare una
ragione stremata
solo allora
giunge sarcastica
la rassegnazione
ma la speranza imperterrita
continua a
inerpicarsi
su pareti di
pianto
per tentare un
varco
in piccoli
quadrati di cielo
che mai hanno
smesso
di far luce alla
disperazione
schiava del
pregiudizio
15 Novembre 2016
Pubblicata su "LiberAzione PoEtica" Raccolta antologica sulle prigioni, Pellicano 2017
VI
BAMBINA SIRIANA
Hanno svuotato il
tuo sguardo
bambina siriana
e ti hanno posata
a terra
semisdraiata tra
deboli respiri
sovrastati da
sibili di guerra.
Cuore solo nella
coltre della notte
le tue mani abbracciano
il ventre
come la madre
premurosa che non hai più.
Il tuo corpicino
immobile
è costretto a
deglutire
l’amarezza di
tempi che non soccorrono
a immaginare muri
che non si aprono
nemmeno a chi ha
gambe per fuggire.
Puoi solo
continuare a cercare
il sonno che non
arriva
per dare
consolazione ai tuoi occhi chiusi
sotto i lampi
assordanti delle bombe.
Pubblicata in "SignorNò", Poesie e scritti contro la guerra, Poetry By The Planet, Pellicano
2016
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