lunedì 29 gennaio 2018

Franca Palmieri - Sei poesie edite -




Franca Palmieri, nata a Morolo (FR), vive ad Aprilia (LT). Laureata in Pedagogia e diplomata in Fisiopatologia, ha conseguito due Abilitazioni in Materie Letterarie e insegnato in due diversi ordini di scuola, ricoprendo incarichi organizzativi in relazione a Progetti Educativi e Aree Funzionali, quali la Valutazione, l’Antidispersione, la Disabilità, Continuità e Orientamento. Ha condotto Laboratori di Scrittura Creativa, Poesia e Teatro nelle scuole. Ha pubblicato i libri di poesie: Arabeschi di luce,(2008), Quando la vita profuma di nuovo, (2013), La coscienza e la vanità (2015) e di recente la fiaba La fiamma del cuore, (Pellicano). 
Finalista in molti Concorsi Nazionali e Internazionali, ha ricevuto diversi Premi, Diplomi e Menzioni di Merito; tra gli ultimi, due Menzioni di Alto Merito Culturale e Narrativo per gli ultimi due libri nel novembre 2017 a Napoli, Accademia degli Artisti. Suoi aforismi sono presenti in numerose Agende di Giulio Perrone Editore. 
Fra le diverse Antologie, è partecipe in SignorNò, poesie e scritti contro la guerra e in LiberAzione PoEtica sulle prigioni. 
Ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia Masio Lauretti, quest’anno alla terza Edizione, riservato agli alunni di scuole medie e superiori.


I


MONDO CIECO
che divori i tuoi figli innocenti
non sei tempo che avanza
sei tempo che manca.
Ripetute stragi di occhi stupiti
che stendono gli arti
in sculture cerate
senza conoscerne i perché.
Baluardi per noi
che non sappiamo muoverci
o non vogliamo.
Mondo rapace
devastatore di coscienze
privo di dubbi e verità,
sazio di dolore inflitto
per non urlare il proprio.
Mondo mostruoso,
quando finiremo di raccogliere
le gocce di sangue innocente
che perennemente spargi?




da La coscienza e la vanità, Seam 2015




II


VIVA PER LIBERARE I VIVI
Resterò malinconica
sempre.
Ho patito la fame, la miseria.
I miei piedi inconsapevoli
hanno segnato
terre macchiate di sangue
nella corsa per il pane e il sale
tra impressionanti richieste d’aiuto
nell’impossibilità del dare.
I miei occhi aperti all’orrore
si sono chiusi con le labbra morse
per non gridare alla violenza.

Sono morta tra i morti
che coprivano le strade
tra le urla di paura
di chi era sotto le macerie.

Viva per liberare i vivi
sepolti dalla stessa casa.
Viva per cercare viveri.
La fame più di tutto m’inseguiva
insieme all’ombra del respiro
e al lutto della mia bambina
nata a dispetto di un illogico
momento brutale
rapita da un’impietosa malattia.
Me ne volevo andare
con la mia tristezza incurabile
sempre.

Sono rimasta senza mai dimenticare.
I silenzi forzati, le grida, gli schianti,
le armi puntate, la polvere da sparo,
la rigidità dei volti, gli sguardi sbarrati,
le suppliche, i pianti, gli affanni.
Anche la guerra è rimasta.
Impressa nella mia anima,
incisa nella mia carne.





da La coscienza e la vanità, Seam 2015




III


NUVOLE


Quante nuvole
hanno attraversato il mio cielo
quante cornacchie
hanno gracchiato
passandomi accanto!

Quante volte il sole
ha tentato un varco.
Su quanti treni sono salita
cercandomi
e quante volte ho ritrovato
casa senza rimanervi?

Quante volte ho sentito
un groppo nello stomaco
e catturato l’aria senza liberarla!
Ho provato ad aspettare,
comprendere, accettare,
adattarmi  a quel che accade.

Ho provato a cambiare, andare oltre
come questi uccelli emancipati,
ma rimango immobile nel desiderio
di ciò che non accade,
così tanto imprigionata,
da non riuscire ancora a volare.




da La coscienza e la vanità, Seam 2015




IV


ME NE ANDRÒ D’ESTATE


Me ne andrò d’estate
senza clamori,
sfumata nel tramonto sul mare,
adagiata su un colle
tra il profumo di pini,
camminando sulla cima
di un monte che confina col cielo.

Seguirò l’estate
con l’entusiasmo della vita,
l’allegria delle vacanze concluse
trascorse in allegria.
Spargerò sorrisi e parole gentili
tra persone che ho sempre amato.

Mi tufferò nei silenzi delle sere,
nella luce delle stelle d’agosto
cambiando solo la prospettiva.
Soffierò lieve sulle foglie d’autunno.
Dormirò su letti di neve intatta.
Volerò come farfalla
lasciandomi inseguire nel vento.

Navigherò sulle onde
che abbracciano le terre.
Rinascerò in nuove primavere
tra foglie appena nate.
Sboccerò in ogni fiore che sorprende.
Sarò la donna che sono sempre stata,
appassionata, divertente, amichevole, gentile.
Sarò di nuovo con voi
nella vivida luce della speranza.




da La coscienza e la vanità, Seam 2015




V


L’INGANNO


L’inganno dei giusti
s’addentra nelle crepe dei muri
e sprofonda dove il sole
in gabbia non arriva
si pietrifica negli anni
dietro sconcerto e rabbia
finché allo sguardo innocente
appare il miraggio della colpa
per saziare una ragione stremata
solo allora giunge sarcastica
la rassegnazione
ma la speranza imperterrita
continua a inerpicarsi
su pareti di pianto
per tentare un varco
in piccoli quadrati di cielo
che mai hanno smesso
di far luce alla disperazione
schiava del pregiudizio




15 Novembre 2016

Pubblicata su "LiberAzione PoEtica" Raccolta antologica sulle prigioni, Pellicano 2017




VI


BAMBINA SIRIANA


Hanno svuotato il tuo sguardo
bambina siriana
e ti hanno posata a terra
semisdraiata tra deboli respiri
sovrastati da sibili  di guerra.
Cuore solo nella coltre della notte
le tue mani abbracciano il ventre
come la madre premurosa che non hai più.
Il tuo corpicino immobile
è costretto a deglutire
l’amarezza di tempi che non soccorrono
a immaginare muri che non si aprono
nemmeno a chi ha gambe per fuggire.
Puoi solo continuare a cercare
il sonno che non arriva
per dare consolazione ai tuoi occhi chiusi
sotto i lampi assordanti delle bombe.




Pubblicata in "SignorNò", Poesie e scritti contro la guerra, Poetry By The Planet, Pellicano 2016














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