sabato 6 gennaio 2018

Marco Ribani - Quattro poesie inedite -






Nota Autobiografica

ho fatto il possibile per avere una vita libera
un'innocenza clandestina
aderendo dopo le lotte armate di violenza
alle cospirazioni degli angeli
agli scontri nei vicoli di notte
tra giovani stregoni streghe schiavi e polizia
ho disegnato una geometria della passione
ma con il passo incerto e un po’ sperduto
del desiderio folle e marginale
voglio solo vedere ora quanto é lungo il vivere la morte
in questo amore che gocciola elisir da un magico alambicco
Dove sono i sogni dei poveri?
al piano di sopra o al piano di sotto?
Io non voglio granché solo piccole indomabili eresie
mentre ti scrivo nel solco profondo del tuo petto


**


C’è sempre un altro me
che mi disordina eppure mi somiglia.
Lo stato del tremore mattutino
un’ansia liquida un ricordo recente
che plana sulla nuca.
Ci sarebbe la voglia di una tiepida sutura
per questa ferita materna
che non se ne è andata
Poi sento il sangue che si accende
se ti penso


* *


Ancora ti crescono le foglie intorno al cuore.
E sarebbe autunno cioè quando gli alberi
somigliano a scheletri puntati verso il cielo
Le foglie son cadute depresse dal ritirarsi della linfa
dei fiori solo l’impronta tra i semi ora dispersi .
Nella scorza si scavano vene verticali preparando
un miracolo d’amore. Viene un cuore verde che pulsa
di viva umidità di sali della terra di linfe bianche e calde,
per un nuovissimo anello a marcare il nuovo anno.
Tutto è ora coperto ma da chi e da cosa?
Il tempo è passato in verticale
e tutto cio’ che si piega scopre un angelo
o un demone in ogni azione umana
Viene un futuro magro e vuoto senza più speranza
lasciando profe-scie di scheletri eroi e sciacalli
un humus di innocenza si profila
ma le cellule del dolore dove sono?
lontane o vicine a quelle della gioia?
e dove sono gli strati del rancore?
forse la comparsa del tempo è già scomparsa?
e allora noi?


** 


Nella mia piccola eternità tutto è cosi vero
E il sogno è un confine che mi segue
Come questo dolore che mi chiama
Ed esige una potatura dei ricordi
Me ne sto qui nella mia pallida stanza
E vedo l'autunno come una liberazione
Ogni foglia è una menzogna che cade
- Ma poi che cosa resta-
Forse è una voce che mi tiene in vita
Nel nuovo giorno in atto canta
La sua assenza che si fa sublime






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