venerdì 11 maggio 2018

Connubio d'Arte : Ivano Pardi & Grazia Di Lisio - "Anime acquee"

Ivano Pardi




Anime acquee




Fotoni stralunati di profughi
marini – di larve che s’avanzano
agli orli di un sipario,
pallidi i sembianti …
(un soliloquio di chiarore
da sferici fondali).
È il canto d’un approdo
o scialbo liquefarsi di voci
memoriali, d’anime acquee?
Come vanno vinte e … avvinte
nel bubbolio silente
tra il ferino e l’umano!
Da forze oscure brividi di vita
(come sogno di Jung)
e flebili farfalle 
e steli di vaga azzurrità.



                                      
Grazia Di Lisio
Da "Compresenze", Tracce 2009

                                                          



Anime acquee



Il monte Camicia, che riveste a strapiombo il verde profilo dei colli di Castelli, sulla scarpata dove fluisce il gorgoglio del fiume, può diventare malinconico specchio del Dna del dolore. Un paese, un gorgo silente. Ma il verde può evocare l’azzurro interiore come un giglio d’acqua che fluttua nel grumo della mente e rimuove emozioni, affetti lontani. I pigmenti sfilati del paesaggio di Pardi si slargano di rinnovate emozioni, di colori svaporati in memorie involontarie, magmatiche onde stese a plat con la forza e la morbida plasticità di un vigoroso pennello. Eco di chiaroscuri interiori di ombre distese sull’ombra dell’inconscio; ma è il pastello il tenue bagliore che illumina e modella pulviscoli cromatici di essenze luminescenti: scandaglio dell’altro da sé, un appiglio in cui nascondere ombre del passato, in cui disvelare l’attesa di figlio dietro un muro di alghe mobili, sia pur avvinghiate a cordami di dolore. Pardi stempera la sua visione affettiva in ‘acquarelli dell’anima’, in un impressionismo dialettico che sprofonda con l’accentuarsi del celeste-azzurro, nel magma dell’io: le ombre che appaiono e scompaiono dai fondali sono anime d’acqua, fantasmi danteschi in delirio di coscienza, con volti deformati e imprigionati in rivoli d’acqua. Eppure, come fotoni di luce, rimbalzano dallo sfondo, guizzando in trasparenza. Sono le onde del pensiero a catturare i ‘bissi’ di mare che ci legano al destino, a creare immagini e visioni di profughi in cerca di approdo nell’isola che non c’è, dilatando il respiro accarezzato oltre l’altrove. I contrasti esistenziali sono resi con tutta la gamma d’azzurro fino al blu profondo del mare. Le identità stravolte diventano ombre sfumate, fili tesi, vibrazioni di magma. Tsunami cromatico che ingorga terra e mare.
                                                                                                                                                   

Grazia Di Lisio 








 

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