venerdì 4 maggio 2018

La mente colorata di Valeria Altieri interpretata da Grazia Di Lisio



                                                                

Amore e morte



La Figlia di Iorio di Valeria Altieri, ispirata al testo teatrale di D’Annunzio, è un’opera senza tempo che si affaccia sul mito dell’inconscio, tra cromie accese e contrapposte (giallo e viola), per delineare il contrasto tra vita e morte, ma è soprattutto il canto dell’Amore misterioso, magico, ancestrale, non ebbro e invasato, di due figure straniate, Mila e Aligi, pur compenetrate da un legame simbiotico e un’aura preveggente, quasi emanazione dell’Essere supremo. Le vibrazioni cromatiche e le fogge dal piglio bizantino, fissate in muto dialogo, accentuano il dilemma sacro / profano. L’Angelo, corporeo e sensuale, pur in un impercettibile movimento con le ali terrose, non sfiora Mila dai riccioli belli, già lambita dalle fiamme, creando un capovolgimento di senso. All’Abruzzo arcaico e al primitivismo dei sentimenti umani, l’Altieri contrappone un altrove dove l’Arte possa essere sublimata “in una sborniatura celeste” (L. Pirandello). Scavando l’abisso, l’amaro che ognuno si porta dentro, l’artista reinventa il mito per far sgorgare dalla brocca salvifica “un istante di luce” (Borges).
                                                                                                            

Grazia Di Lisio





Valeria Altieri, vastese, vive a Pescara. Laureata in architettura, ha svolto la professione di architetto ed è stata assistente presso la Facoltà di Architettura di Pescara. Ha insegnato al Liceo Artistico, Istituto d’Arte e Istituto Industriale. Ha coltivato nel tempo la passione per la pittura con l'utilizzo di tecniche varie. Nella progettazione di abitazioni, ha curato personalmente gli arredi con pareti a mosaico e vetri dipinti. Ha al suo attivo mostre personali in varie località italiane. Attualmente, sta elaborando un’opera pittorica su Papa Francesco.













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