giovedì 5 aprile 2018

L'aquila, 6 aprile 2009 - Per non dimenticare - Poesie di Nadia Cavalera, Plinio Perilli, Giancarlo Giuliani, Maria Luisa Spaziani





PER L'AQUILA



POTENTIA DE LU PATRE CONFORTA ME
Dov'è il cucinino la tendina del lavello
lo strofinaccio biancoblu all'appendino?
SAPIENTIA DE LU FILIU ENSENIA ME.
Dov'è la terrazza giardino
gli uccelli la gatta la canna d'india il gelsomino?
GRATIA DE LU SPIRITU SANCTU ILLUMINA ME.
Dov'è la collezione di acquasantiere
fischietti cartoline presepi gatti pupi lumiere?

(: l'aquila invola alto il coraggio ma gli sciacalli aspettano la morte per lucidare le forze)

Dove sono i quadri e le pareti? tutti i miei libri vivi?
E le foto gli album di famiglia immagini dei bei giorni griglia?
K'IO TE POÇA AMARE ET TEMERE ET POÇA FARE LO TUO PIACERE.
Dove sono i figli nipoti fratelli amici vicini?
E le strade le chiese i palazzi i luoghi laghi di cuore?
ME POÇA SPREÇARE ET TENERE ME VILE.
Dove sono le mie memorie?
E IN REU MORTALE NON POÇA PERDIRE.
La perdonanza non è più la mia danza stanza

AMEN e sia



Nadia Cavalera



* I versi in corsivo sono tratti dal libro di preghiere di Celestino V (Museo Nazionale dell'Aquila)





***





RESURRECTIO DAL BUIO


ad Anna Maria Giancarli, Francesco Rivera
e Anna Ventura, amici de L'Aquila, 
fratelli di poesia

Le colline ingemmate si susseguono,
il mio viaggio di treno le attraversa
o anzi loro mi infrangono,
messaggere di verde... Portano
fiori e sterpi, muri sbrecciati e
promesse lunghissime. Ovunque
il colore risponde, se solo ci sforziamo
di non perderlo... L'aria sembra
ferita ma azzurro lieve la fascia
tutta, la converte di vento.

È Pasqua di rinascita, resurrectio dal buio:
e da ogni sguardo in alto spunta
alata la cicatrice d'un piccolo volo.



Plinio Perilli





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SANTA MARIA DI FARFA



Sono stanco di quest'acqua torbida,
del silenzio ossessivo degli uccelli,
mentre la luna vaga tra disfatti
sobborghi e dai ciechi palazzi forte
giunge il grido lamentoso del vento.



Giancarlo Giuliani


(notte di Natale, 2009)





***





RIMANE INTATTA LA BANDIERA


Quei terremoti di cui parli, crollo
profondo delle visceri, sonante
sfacelo che ai meandri della terra
grida rivolta, odio, grida guerra
e appicca il fuoco all'anima del mondo
(là dove la caverna primordiale
gelida del terziario arrocca strati
di giade e di slavine), quali forme
soltanto nostre ci potrà rapire
dentro i suoi sordi ululi? Rimane
intatta la bandiera delle bianche
mattine, quando all'albatro nevoso
non giunge voce più dalle marine
trionfali di spruzzi e di richiami,
dove i suoi fasti celebrano al sole
gli smemorati pellegrini.



Maria Luisa Spaziani





***





da: LA PAROLA CHE RICOSTRUISCE (poeti italiani per L'Aquila)
Edizioni TRACCE, Pescara 2010






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