La solitudine del fuoco
Passigli 2016
Dalla Prefazione di Dacia Maraini:
"Il perdersi non procura dolore, ma solo un momentaneo smarrimento a cui seguirà la voglia di ritrovarsi. Perché si confida che nel caos della polvere ci sarà infine un ordine, ci si indicherà uno scopo, e dopo, ma solo dopo, si scoprirà quanto lo stelo sia stato piegato, e quanto abbia subito la pressione del vento e delle acque e come poi, come ogni stelo agile e leggero, sia risorto alla propria intelligenza, superando i rischi dell'annientamento".
I
L’inizio
L’inizio
Lei ammalò di pace
quando perdonò il male;
l’arancio si impose e così il verde
poi più nulla durò
solo un lamento nella lacrima di crosta
Non la vidi ancora
o forse avvenne in un sorriso
ma non potevo chiedere chi fosse
se già io stesso non la riconoscevo
e lei passò come un profumo di siepe
Poi fu l’inverno biancolucido
di gocce e brividi
fu lo sguardo strettociglia
forse un gesto a scompigliare
l’ordine stabilito
Poi ammalai io nel mancato perdono
e guarii e ancora ammalai
e c’era lei e non c’era
poi volli che tutto si compisse
ma senza parole e un solo silenzio
E vidi chi mancava e chi restava
i mancanti erano tornati
chi prima era invece ormai andato
e divenni sordo e cieco
e da subito fui iniziato ai misteri
Allora lei venne e sorrise
la sua veste emanava un profumo di siepe
ed era sorpresa dalla mia incertezza
e ancora ammalai di un male invisibile
lei mi tese le mani e mi insegnò la leggerezza
Ciò che dopo avvenne
è nelle pagine da scrivere.
Poesia Italiana Contemporanea
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