mercoledì 7 marzo 2018

"L'immenso è semplice" : Haiku di Paola Venezia




L’immenso è semplice 
RPlibri, 2018






Sono sempre più numerosi gli autori italiani che scelgono lo haiku come forma di espressione poetica. Anche quando il risultato formale di distacca dai canoni tradizionali della poesia giapponese, si percepisce l’approccio a tale “disciplina”; la ricerca, cioè, di una sintesi del linguaggio che riconsegni alla parola la pienezza del significato e ne faccia elemento sinergico fra l’immagine che essa rappresenta e il non visibile da essa evocato. Non sempre l'alchimia avviene in modo convincente come, invece, accade in questo libro.
Negli haiku “liberi” di Paola Venezia, che tuttavia raramente non rispettano lo schema metrico tradizionale 5/7/5, si realizza un sodalizio felice tra il rigore della forma poetica e la sostanza di un dire che si spalanca su orizzonti interiori inaspettati e coinvolgenti.
Ne "L'immenso è semplice" il peso del non detto prevale sulla descrizione: Paola Venezia ci consegna veri componimenti dell'anima che attraverso gli elementi stagionali, colgono il senso del mistero e della precarietà dell'esistenza.




Maria Grazia Di Biagio








Dall’introduzione dell’autrice


La ricerca dell’Essenza è ciò che mi ha sempre guidato, nell’Arte plastica o figurativa, così come nella scrittura e nella vita. È un impegno che richiede tempo, pazienza e l’accettazione dell’Assenza. Non esiste Essenza senza Assenza. Mi sono sempre chiesta cosa dovesse rimanere  del mio pensiero e, invece, cosa togliere; soprattutto, a cosa si deve rinunciare per comporre un haiku. La mia esperienza lavorativa mi porta al confronto quotidiano con il dolore della perdita e con la gioia di risultati puri. L’haiku è la forma poetica che più si avvicina al mio modo di procedere in poesia e per questo motivo l’ho scelto come esercizio di scrittura e di vita.







*

oltre la pelle
comincia il cielo
lo sai che voli?




*

a volte piango
petali di me come
fossi ciliegio




*

in equilibrio
sopra un soffione
baciami piano




*

l’attimo in cui
sboccia una poesia
è colpo di vento




*

il mais è alto
non riesco a vederti
mentre m’aspetti






Paola Venezia è nata nel 1958 a Milano, ha poi trascorso molti anni in Toscana dove ha compiuto studi di tipo tecnico-economico che niente hanno a che fare con la passione intima che invece ha accompagnato e accompagna la sua vita, l’arte e ogni sua forma espressiva. Usa la Carta per raccontarsi, dandole valore di parola, d’essenza e di racconto intimo. Sulle carte pregiate scrive poesie e, con gli stessi materiali, realizza sculture. Il rito di plasmarla è la metafora della sua vita.
Accanto all’attività artistica affianca l’organizzazione di corsi per adulti e bambini sulle tecniche cartarie in contesti sia pubblici che privati. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Dal 2005 collabora in qualità di Arteterapeuta , con la Cooperativa Solaris che si occupa di disabilità e gestisce alcuni Centri Diurni Disabili e CSE della Brianza. La disabilità che ogni giorno affronta è per lo più di tipo fisico con insufficienza mentale da media a grave e gravissima. La gioia di arrivare all’anima di queste persone, attraverso l’Arte e la Poesia, le crea soddisfazioni e gratificazioni.














1 commento:

Anonimo ha detto...

Perché si vuole chiamare haiku qualcosa che non è per niente haiku?
E' di tutta evidenza che i componimenti sopra dettagliati NON sono haiku; sono scritti molto distanti da quella difficile poetica che ha caratteristiche ben definite che devono essere rispettate.
Con ogni probabilità l'autrice cercato di comporre haiku, ma non ci è riuscita, rimane da capire perché ha poi pubblicato un libro definendo i suoi scritti "haiku". In questa presentazione poi, si legge: "Non sempre l'alchimia avviene in modo convincente come, invece, accade in questo libro", a questo punto occorre chiarire: convincente per chi? E soprattutto perché?.
Lo haiku ha caratteristiche ben definite e universalmente riconosciute, se non si riesce a scrivere haiku, si può sempre fare della poesia (generica) e non scomodare una poetica così complessa cercando di snaturarla.
Saluti
Tommaso

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