Peter Russell
Studio e traduzione a
cura di Raffaello Bisso
Edizioni del Foglio
Clandestino 2010
La vicenda personale di Peter
Russell è legata in maniera così indissolubile alla sua poesia, da assumere i
connotati di un romanzo. Nato a Bristol nel 1921, fu poeta a tempo pieno,
condusse una vita da bohémien viaggiando per il mondo fino al suo
approdo in Italia negli anni '80.
Quando si stabilì a Pian di Scò, in Toscana,
era già considerato uno dei maggiori poeti inglesi viventi. Qui trascorse
gli ultimi anni della sua vita, in quasi totale isolamento.
A questo libro si deve il merito,
non soltanto di aver portato alla luce testi assolutamente inediti del poeta,
ma di sottolinearne lo spessore umano attraverso il racconto affettuoso del suo
giovane amico e valente traduttore Raffaello Bisso.
Si tratta, quindi, a mio avviso,
di un documento di notevole importanza storico-letteraria, consegnato ai
lettori italiani dalle edizioni del Foglio Clandestino nel 2010.
L'opera si compone di una raccolta
di Sonetti, forma metrica particolarmente consona al pensiero russelliano,
aventi come tema centrale la critica aspra e attualissima della società
occidentale osservata nel sua progressiva deriva etica e culturale. Il Poeta
non può far altro che assistere impotente alla caduta dei valori e prenderne
atto con versi amari e perentori non privi tuttavia di una vena ironica che
ancor più sottolinea la miseria spirituale del nostro tempo:
You won’t
find wandering holy men or fools
in Europe
now, or hermits in dark caves.
Europe is
where the film-producer raves
And counts
the Euros wound upon his spools,
And for a
song bad blood is shed in pools,
Fashion
supreme, the soldiers come with staves
For the
dissident, children are sold as slaves,
And man is
made a regiment of mules.
…............. (Russell)
Non trovi santi o vagabondi
oggi in Europa, né eremiti in grotte buie.
L'Europa, è il produttore di film in delirio
che conta gli Euri che girano sul fuso,
e il sangue è sparso a pozze per due soldi, la moda
è suprema, ci pensa il soldato col bastone
al dissidente, i bimbi sono venduti come schiavi
e l'uomo è ridotto a moltitudine di muli.
…........... (Bisso)
Pervaso ormai da un sentimento di
profondo scoramento, persuaso che quel mondo non richiama in lui nessun vincolo
di appartenenza, il Poeta se ne allontana, rifiuta ogni bene materiale che non
sia strettamente necessario e sceglie di isolarsi in una dimensione che gli
consenta di vivere secondo i propri canoni di armonia. “Posseduto dalla
bellezza, restìo a possedere”, vive in un vecchio mulino adibito a casa, nelle
campagne aretine circondato da migliaia di libri e molti gatti posti a guardia
delle sue ricchezze in una “waste land” che non può non rimandarci a T. S.
Eliot.
Seven
savage wild cats guard my lone abode. (Russell)
….............
Sette felini selvaggi presidiano la mia solitaria dimora. (Bisso)
Uniche consolazioni alla vecchiaia che avanza irreversibile
acuendo nell'uomo il senso di fragilità e impotenza (“at sixty-four I feel I
haven’t started”) l'alcol, il fumo, il cibo, i carteggi con i maggiori
letterati italiani dell'epoca, quali
Quasimodo, Montale, Ungaretti.
Morirà solo, quasi cieco e in
completa povertà nel 2003, lasciando in eredità all'Europa il suo disprezzo e
la sua maestosa opera tutta ancora da meditare.
….........
“No one, it
seems, has any purpose now
Unless to
pile up money, corner power,
Or to
become the hero of an hour,
The passive
victim of publicity.
Whoever now
would listen to a plea
For sanity?
Comrades, this is not my hour.
…......... (Russell)
…..........
Nessuno, pare, ha ora altri obiettivi
che di ammucchiar moneta, accantonar potere
o diventare l'eroe di un quarto d'ora,
passiva vittima della celebrità.
Chi mai ascolterebbe ora un'istanza
di saggezza? Compagni, non è questa la mia ora.
…........... (Bisso)