martedì 27 marzo 2018

Lucianna Argentino: Cinque inediti da "In canto a te"







Abbiamo attraversato la notte in ginocchio
perché la misericordia divina
ci trovasse preparati per un nuovo impasto
e un respiro più prudente e giusto
ci fosse alitato nelle narici.
Officianti il sacramento
di quelli cancellati dalle mappe 
ma ai quali è affidato il compito
di testimoniare la grazia
- quelli a cui molto sarà perdonato
perché molto hanno amato.


***



La carità delle sue mani
quando ho fame
e sfamano il mio desiderio;
quando ho sete
e dissetano la mia arsura;
quando sono straniera
e mi accolgono nella loro terra calda;
quando sono nuda
e mi vestono della loro nudità;
quando sono malata
e curano il mio male nutrendomene;
quando sono prigioniera
e visitano la mia cella con passi impazienti.
La carità delle sue mani
infine assopite nel nostro segreto vegliare.


***



Vi confido che tra gli occhi di lui
e i miei c'è l'attesa intorpidita e dolorante,
il coraggio del respiro, il formicolio dello sguardo
a lungo immobile davanti alla pagina
nel cui nome separo
le acque di sopra dalle acque di sotto.
Creo terra con frutti in abbondanza,
d’obbedienza sazio gli angeli
in lode di lui che mi rammenda gli strappi,
fa l'orlo ai miei abiti.


***


Strega folle brucio sul rogo del suo corpo,
sfavillo felice sotto il crepitio delle sue mani
ardo di sapienza verticale
nella combustione dell'abbraccio esotermico
- lui il legno io la pietra focaia.
Danzo il sabba senza giudizio
attorno al fuoco mistico del noi veggente
l'estasi terrena - io e lui complici
nell'infinita scienza della carne.


***



Pensami vicina
come un sentiero
sciolto dalla meta
buono per i lombrichi e le api
e per i passi di angeli
senza annunci.
Ora che sono per te
colei che moltiplica
e ho l’andamento
dei verbi all’infinito.




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