Antonietta Tiberia (1941) si destreggia
tra narrativa, poesia e traduzioni. Ha pubblicato Calpestando le aiuole, I
racconti del ponte, Haiku per un anno bisestile e 4 libri tradotti: dallo spagnolo (Di
oggi, Omero prende solo il fiore, poesie di M. Paoletti);dall'inglese Unspoken
/ Inespresso (poesie di Fahita
Morchid) e Il mio nome è Bond (autobiografia di Roger Moore); dal francese Astrologia
araba (saggio di Catherine Aubier). Già redattrice della rivista letteraria
«linfera», ora della rivista poetica «Mangiaparole».
I
Gradatamente
la notte si dirada
Pallida aurora
II
Nel tronco cavo
trabocca già di miele
Un alveare
III
Un globo rosso
buca il cielo al tramonto
Il sole cala
IV
Le stelle lucono
sullo sfondo del cielo
come annebbiate
V
Fitta boscaglia
Mi sbarrano la vista
cespugli e siepi
VI
Pioggia obliqua
frustava le finestre
Sempre più fitta
VII
Apre il sereno
un varco tra le nuvole
Si fa più chiaro
VIII
La luna calva
naviga tra le nuvole
Come annoiata
IX
Litigio in strada
Risuonano nell'aria
urla e bestemmie
Se ne va l'anno
agghindato da vecchio
Scambio
di auguri
Dai vetri sporchi
un po' di luce filtra
Avaramente
E la
foresta
mormora
allegramente
Saluta
l'alba
Sembra ridere
in modo inverecondo
La luna bassa
Fiocchi di neve
sfarfallano nell'aria
Ride la luna
Echeggia a lungo
un abbaiar di cani
sul fondo oscuro
Sul cielo azzurro
scivolano nuvole
leggere e allegre
Nella foresta
l'eco porta lontano
grido gioioso
Corre un gran vento
Di un pauroso sussurro
riempie il bosco
Crollo improvviso
La polvere negli occhi
e nella bocca
Stasi di luce
si rinnova ogni sera
Sole al tramonto
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