Pino
Roveredo, Tira la bomba, ed. Bompiani, 2017
Un romanzo magistralmente scritto,
intensamente letterario eppure sempre molto godibile, alto e allo stesso tempo
aperto, con lo sguardo teso alla storia di un’amicizia.
«L’amicizia
è come l’amore, bisogna trovare continuamente le emozioni per non farla
addormentare, altrimenti c’è il rischio di vederla scappare e di dover vivere
la bugia di un’illusione che ha smarrito il colore!»
La storia è
lineare e avvincente allo stesso tempo: tre
ragazzini, scavando il terreno dove nascondere una bottiglia che contiene il
loro giuramento di amicizia eterna, trovano una bomba, residuo della seconda
guerra mondiale. Dopo il primo spavento, la seppelliscono assieme alla
bottiglia. Da quel giorno «Tira la bomba!» diventa il loro mantra contro ogni
tipo di ingiustizia.
Il libro racconta i segreti della
commedia umana con una lingua potente e poetica, così materica e allo stesso
tempo così indomitamente sottile: un racconto appassionato e coinvolgente,
attraversato da profondo dolore e da pensose riflessioni, che mostra i fatti e
con tocco leggero affronta temi scottanti e attuali come i rapporti familiari,
il decadimento fisico e mentale, la difficoltà di prendere decisioni in grado
di influenzare pesantemente la propria vita e quella delle persone intorno a
sé.
Può
un’amicizia durare per sempre? A distanza di quarant’anni uno dei protagonisti
confesserà: «Siamo stati i migliori e la nostra è stata una grande amicizia.
Poi la verità è che siamo invecchiati e abbiamo perso i motivi per strada. Oggi
la nostra non è più un’amicizia, forse è soltanto il tran tran obbligato di
un’abitudine».
Questo romanzo si distingue nel blob
letterario dei tempi moderni, nel suo viaggio tra l’esistenza, la sofferenza e
l’amore.
Antonietta
Tiberia
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