L’immenso è semplice
RPlibri, 2018
Sono sempre più numerosi gli autori italiani che scelgono lo haiku come forma di espressione poetica. Anche quando il risultato formale di distacca dai canoni tradizionali della poesia giapponese, si percepisce l’approccio a tale “disciplina”; la ricerca, cioè, di una sintesi del linguaggio che riconsegni alla parola la pienezza del significato e ne faccia elemento sinergico fra l’immagine che essa rappresenta e il non visibile da essa evocato. Non sempre l'alchimia avviene in modo convincente come, invece, accade in questo libro.
Negli
haiku “liberi” di Paola Venezia, che tuttavia raramente non rispettano lo
schema metrico tradizionale 5/7/5, si realizza un sodalizio felice tra il rigore della forma
poetica e la sostanza di un dire che si spalanca su orizzonti interiori inaspettati e coinvolgenti.
Ne "L'immenso è semplice" il peso del non detto prevale sulla descrizione: Paola Venezia ci consegna veri componimenti dell'anima che attraverso gli elementi stagionali, colgono il senso del mistero e della precarietà dell'esistenza.
Ne "L'immenso è semplice" il peso del non detto prevale sulla descrizione: Paola Venezia ci consegna veri componimenti dell'anima che attraverso gli elementi stagionali, colgono il senso del mistero e della precarietà dell'esistenza.
Maria Grazia Di Biagio
Dall’introduzione dell’autrice
La ricerca
dell’Essenza è ciò che mi ha sempre guidato, nell’Arte plastica o figurativa,
così come nella scrittura e nella vita. È un impegno che richiede tempo,
pazienza e l’accettazione dell’Assenza. Non esiste Essenza senza Assenza. Mi
sono sempre chiesta cosa dovesse rimanere
del mio pensiero e, invece, cosa togliere; soprattutto, a cosa si deve
rinunciare per comporre un haiku. La mia esperienza lavorativa mi porta al confronto
quotidiano con il dolore della perdita e con la gioia di risultati
puri. L’haiku è la forma poetica che più si avvicina al mio modo di
procedere in poesia e per questo motivo l’ho scelto come esercizio di scrittura
e di vita.
*
oltre la pelle
comincia il cielo
lo sai che voli?
*
a volte piango
petali di me come
fossi ciliegio
*
in equilibrio
sopra un soffione
baciami piano
*
l’attimo in cui
sboccia una poesia
è colpo di vento
*
il mais è alto
non riesco a vederti
mentre m’aspetti
Paola Venezia è nata nel 1958 a Milano, ha poi trascorso molti anni in Toscana dove ha compiuto studi di tipo tecnico-economico che niente hanno a che fare con la
passione intima che invece ha accompagnato e accompagna la sua vita, l’arte e
ogni sua forma espressiva. Usa la Carta per raccontarsi, dandole valore di
parola, d’essenza e di racconto intimo. Sulle carte pregiate scrive poesie e,
con gli stessi materiali, realizza sculture. Il rito di plasmarla è la metafora
della sua vita.
Accanto all’attività artistica affianca l’organizzazione di corsi per adulti e bambini sulle tecniche cartarie in contesti sia pubblici che privati. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Dal 2005 collabora in qualità di Arteterapeuta , con la Cooperativa Solaris che si occupa di disabilità e gestisce alcuni Centri Diurni Disabili e CSE della Brianza. La disabilità che ogni giorno affronta è per lo più di tipo fisico con insufficienza mentale da media a grave e gravissima. La gioia di arrivare all’anima di queste persone, attraverso l’Arte e la Poesia, le crea soddisfazioni e gratificazioni.
Accanto all’attività artistica affianca l’organizzazione di corsi per adulti e bambini sulle tecniche cartarie in contesti sia pubblici che privati. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Dal 2005 collabora in qualità di Arteterapeuta , con la Cooperativa Solaris che si occupa di disabilità e gestisce alcuni Centri Diurni Disabili e CSE della Brianza. La disabilità che ogni giorno affronta è per lo più di tipo fisico con insufficienza mentale da media a grave e gravissima. La gioia di arrivare all’anima di queste persone, attraverso l’Arte e la Poesia, le crea soddisfazioni e gratificazioni.
1 commento:
Perché si vuole chiamare haiku qualcosa che non è per niente haiku?
E' di tutta evidenza che i componimenti sopra dettagliati NON sono haiku; sono scritti molto distanti da quella difficile poetica che ha caratteristiche ben definite che devono essere rispettate.
Con ogni probabilità l'autrice cercato di comporre haiku, ma non ci è riuscita, rimane da capire perché ha poi pubblicato un libro definendo i suoi scritti "haiku". In questa presentazione poi, si legge: "Non sempre l'alchimia avviene in modo convincente come, invece, accade in questo libro", a questo punto occorre chiarire: convincente per chi? E soprattutto perché?.
Lo haiku ha caratteristiche ben definite e universalmente riconosciute, se non si riesce a scrivere haiku, si può sempre fare della poesia (generica) e non scomodare una poetica così complessa cercando di snaturarla.
Saluti
Tommaso
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