Lucianna Argentino è nata e
vive a Roma. Dai primi anni novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a
occuparsene attivamente come organizzatrice di rassegne, di presentazioni di
libri e con collaborazioni a diverse riviste del settore. Sue poesie sono
presenti in molte antologie tra le quali “Poesia’ 90″ (Il Ventaglio), “Incontro
di poesia” (Rebellato, 1992), “Poesia degli anni novanta” (Poiesis), “Poeti
senza cielo, vol. 2°” (Il Melograno) e in riviste quali “Poiesis”, “Origini”,
“Gradiva”, “La Mosca”, “Italian Poetry Review”, “Il Monte Analogo”, “The world
poets quarterly”, “L'ustione della poesia” (ed. Lietocolle 2010), “La
Clessidra”, “NoiDonne”, “Capoverso”, “Il Fiacre n.9”, “Arenaria”. E’ presente
in diversi blog di poesia, come “Lapoesiaelospirito”, “Imperfetta Ellisse”,
“liberinversi”, “Isola Nera”, “Furioso Bene”, “Blanc de ta nuque” “Amigos de la
urraka”, “La dimora del tempo sospeso”, “Nazione Indiana”, “Le vie “poetiche”,
“Rai News24”, “Moltinpoesia”.
Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli
argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice,
1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle
Noci; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella
Bettarini; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco
Guzzi; “L'ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi;
il poemetto “Abele” (Ed. Progetto Cultura, Le gemme 2015) con la prefazione di
Alessandro Zaccuri; “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016);
“L’ombra dell’attesa” (Macabor Editore, 2018) con la prefazione di Elio Grasso,
ristampa revisionata del libro “Verso Penuel” del 2003. Nel 2009 ha pubblicato
la plaquette “Favola” (Lietocolle), con acquerelli di Marco Sebastiani. Dal 2014 collabora con le Acquelibere Ensemble
con lo spettacolo “Almanacco indocile”.
e asola allora sia:
poca materia intorno e vuoto.
Sia passaggio e allaccio
sia lo spazio dell'abbraccio
sia pertugio e rifugio
sia il chiuso esposto alla parola.
***
Sommale le storie, fanne cifre aguzze
come gli anni di quelli vissuti
sulla capocchia di
uno spillo;
prendimi il fiato, la rincorsa;
trattienimi dentro silenzi
in ascolto delle radici,
del crescermi dell'anima
mentre scrivo per sapere cosa è natura
e cosa è sostanza e come fa a essere buono
un frutto o un uomo.
***
C'è
qui – mentre le voci dei bambini
impollinano
il tempo – come una nostalgia
simile
a quella che del corpo hanno i morti.
Acqua
acqua fuoco fuoco - giocano
a
chi trova ciò che è nascosto
un
gioco che durerà ancora,
a lungo.
da: "L'ospite indocile" (Passigli, 2012)
***
e
chiede perché proprio a me? come se
essere me fosse un privilegio,
un
sicuro rifugio dagli scrosci del destino.
Ma
c’è l’altro che non cede e chiede invece perché
a me no?
quale merito o quale predestinata
grazia m’avrebbe dato scampo?
Domanda
da una ferita che risana il tempo.
***
Mi porta via di qui l’incanto improvviso
e
piccolo – da stare tutto nella pupilla -
di
palloncini colorati che parlano al vento
del
baluginare intontito dell’infanzia.
Pesci,
cavalli, conigli, conversano con l’albero
e
con la luce, fanno pianure e Antonio,
che
poi li legherà ai polsi dei bambini, non ne sa nulla.
***
Perché è nato così? chiede
la bambina alla nonna
vedendo
un giovane mendicante storpio
accovacciato
vicino all’uscita.
Già,
perché sono nata così mi chiedo io
che
da tempo tento di rispondere a cosa sia la vita,
a
cosa significhi amarla,
che
provo a farne un grazie stordito ma vivo
e
di me faccio sponda accogliente.
Le
due si allontanano, attraversano il parcheggio
tenendosi
per mano e portando via la risposta
che
non ho sentito. Come ognuno porta con sé
il
vagito della nascita senza sapere quale parola
in
esso si nasconda o ne sia l'eco.
O
se sia il sì alla chiamata della vita,
quel
sollecito al difficile compito
di
morire migliori di come si è nati.
da: "Le stanze inquiete" (La Vita Felice, 2016 )
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