Membro
dell’Associazione degli Italianisti e di varie giurie letterarie, ha ottenuto riconoscimenti numerosi.
Più di trecento sono le pubblicazioni
antologiche che riportano sue poesie. Tra esse Italian Poetry Review,
anno 2014, rivista ufficiale della Columbia University di New York e Breviario Poetico, anno II, rivista curata da Paolo Valesio ( Columbia University ) ed Amerigo Fabbri (Yale
University).
Ha pubblicato Il
soffio delle radici, Laura Capone Editore (Premio Hombres e Premio Contemporanea
d’autore); la voce delle cose, Montag (Premio
Solaris); Il momento che
separa, Montag, (vincitore del Felix Festival) e Rime d’amore e di
frontiera, Temperino Rosso edizioni.
Dopo
una decennale esperienza come Manager delle Risorse Umane, ha scelto di
lasciare l’azienda per l’insegnamento ed oggi lavora
come docente di Lettere in un Liceo classico di Napoli.
seduta
e me ne sto così
seduta
nel ventre
dell’umana mia giornata
l’odore di caffè
bruciato vivo
il cielo
gualcito dalle nubi
il suono del
domani appeso a un chiodo.
è un po’ di
tempo che me ne sto così
seduta
ricordando il
senso delle mani
che cercavano
approdo nel tuo corpo
invocando una
riva o un ancoraggio.
eh sì, ormai io
sto così
seduta
a sperare che il
chiodo regga ancora
e dia tempo ad
una nuova vela
di illuminarsi
dietro l’orizzonte.
(da Il soffio delle radici, Laura Capone
Editore 2012)
scatole da trasloco
mi dicesti
lascerò che i
tuoi tumulti
entrino nella
mia vita
per fare
quiete nella tua.
così impacchettasti il mio tormento
in grandi
scatoloni da trasloco.
per amare serve
fare spazio.
(da Il soffio delle radici, Laura Capone
Editore 2012)
il posto delle cose
mi piace guardare nelle case
scoprire il costo delle storie
scrutare il dettaglio oltre le cose
sentire l’odore che le infetta.
e penso gli oggetti abbiano un senso
un gusto, un orientamento
a volte stanno dentro un posto giusto
a volte sono altrove, come lontani.
le cose raccontano le mani
un ordine, la polvere, la cura
gli oggetti hanno dentro pezzi d’uomo
e sussurrano l’abbraccio del ricordo.
(da la voce delle cose, Montag Edizioni
2013)
la brezza viola della sera
e l’aria muove
le cose
cocci
malfermi di case
chiodi ficcati
nella terra
frutti di
resistenza
onde parate a
festa
e note di
rosarancio.
con saggissimo
orgoglio rifletto
sul dispotismo
mite del cielo
l’azzurro muore
e si fa viola
il giorno nella
sera trascolora.
non è per tutti,
la poesia.
(da la voce delle cose, Montag Edizioni
2013)
rive frante
qui anche i sogni parlano piano
e l’amore cerca sempre un modo
per tornare a galla.
sanguina di parole ogni pensiero
e la terra è screpolata dalla vita.
nascondo identità, creo riscatti
sono l’applauso scrosciante
di un pubblico pagante al condannato.
e mi frantumo, onda contro lo scoglio,
franta da un impeto che più non tuona.
tra cupe rocce scura mormoro
e cento volte penso
che non ci siamo mai incontrati tu e io
ci siamo solamente un po’ affiancati
o siamo semplicemente sempre stati
fermi su limiti opposti di questa costa
che gioca con l'acqua e coi relitti
e ricama pensieri uguali
su tutte le rive
di tutti i litorali del mondo.
(da Il momento che separa, Montag Edizioni
2015)
il mio sud
la piazza arsa
la pietra bianca
nella trama dell’antico merletto
il vento a fare da onda.
le chiese fatte stalle
a valle la piena della morte
sudore di femmina nel grano
e sangue di maschio saraceno.
sdentate quasi tutte le finestre
la parola punita già trema
nel riscatto affidato a una lama.
qui non si torna, qui - talvolta - si
scende.
perché il mio sud resta
quello che è sempre stato:
un imbuto rovesciato
a colare giaggioli viola
urla d’assioli
voli acrobatici di rondini
e dolore, un dolore strano
dai nonni sui nipoti
tra greti pietrosi
di torrenti stanchi
accecati dal rosso dei papaveri
ubriacati dall’odore dei finocchi
stanchi tutti di avere perso sempre
e di non riuscirla neppure più a ricordare
la strada giusta, quella per il mare.
(da Il momento che separa, Montag Edizioni
2015)
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