La Corte dei Miracoli
(ventidue
fiammelle di cui due transiti)
Maria Elena Danelli
RPlibri, 2018
La
Corte dei Miracoli, racconta la
poetessa nella brevissima introduzione, era un edificio sui Navigli di Milano
che, nel secondo dopoguerra, “ospitava persone senza gambe che vivevano di
elemosine e si facevano trainare da carretti tirati da cani”.
Ma corte dei miracoli è anche il
mondo, e noi i monchi di arti che neppure ricordiamo, forse ali di cui abbiamo
solo una vaga nostalgia, monchi di amore, monchi di coloro che perdiamo, nel transito per le
strade della vita.
È una poesia raffinatissima e densa, quella che
troviamo in questa Plaquette di Maria Elena Danelli edita da RPlibri. Ventidue
poesie: Ventidue fiammelle, le definisce a ragione l’autrice, perché
nel leggerle è questo, che si prova, tenui fiammelle di candela che, a
respiraci sopra, temi si possano spegnere, svanire, invece prendono vigore ad
ogni rilettura, si innalzano fino a farsi fuoco che riscalda dentro, che consola.
La poesia della Danelli arriva al lettore con la
trasparenza e la forza vivificante della luce. Ogni verso è come un raggio,
delicato ma potente, che si posa sulla forma delle cose, le avvolge e ne rivela
il senso profondo. Le parole sono come distillate da un alambicco, scelte con
cura per significare in modo esatto il sentire di un io narrante che si pone,
non al di sopra o al di fuori ma accanto agli elementi naturali in quanto parte
di un tutto cui appartiene.
Procedendo
per immagini, la poetessa ci porta in un cortile cosmico fatto di sussurri e
folate di vento, odori, suoni, colori che dileguano e rinascono come è nel ciclo
della vita. Un continuo fluire armonico in cui nascita e morte, parole e
silenzi non sono che parti del canto.
Maria Grazia Di Biagio
Movimento lento dei pianeti
chiamai figlio.
Ai piedi della Croce ululai con la voce di Maria
il segreto delle tue labbra,
il moto del tuo piede d’ali.
Figlio, marinaio.
Alle sponde
nera come una statua nera
tra le dita una visione
persa nel criare di un gabbiano.
Figlio, ricordo di un vuoto.
Ebbe pietà il sonno di tre spiriti neri
e comunque le foglie crescevano
e comunque il vento cantava
a una culla di luna.
* * *
La
vita
si
sgretola in altro.
Lo
vedo,
lo
vedo.
Ma
continuo a far libri
tra
le foglie
di un redivivo cortile.
di un redivivo cortile.
3 commenti:
Così preziosa. Ogni parola. Grazie!
Rita Pacilio
Sono io a ringraziare te, Rita, e Maria Elena Danelli per il dono di tanta bellezza!
Grazie per queste bellissime parole per me.
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