Poesia Italiana Contemporanea
Le poesie riportate sono tratte da "IL SERVO ROSSO" Puntoacapo 2016
Dardo 65
Paolo Valesio (Bologna, 1939)
è Giuseppe Ungaretti Professor Emeritus
in Italian Literature all’Università di Columbia a New York, dove ha
concluso la carriera accademica dopo gli insegnamenti a Harvard, Neuw York
University e Yale. È presidente del Centro Studi Sara Valesio a Bologna. Ha
fondato e diretto la rivista Yale Italian
Poetry (YIP) (1997 – 2005), che dal 2006 a Columbia è divenuta Italian Poetry Review (IPR).
È presidente del Premio di
Poesia “Piero Alinari” a Firenze, Oltre a libri di critica, curatele, volumi
collettivi e articoli in riviste e periodici, Valesio è autore di due romanzi: L’ospedale di Manhattan (1978) e Il regno doloroso (1983); di una
raccolta di racconti, S’incontrano gli
amanti (1993), di una novella, Tradimenti
(1994), di un poema drammatico, Figlio
dell’uomo a Corcovado, e di un saggio critico narrativo, Dialogo coi volanti (Napoli, Cronopio,
1997).
Ha pubblicato le raccolte di
poesie: Prose in poesia (1979), La rosa verde (1987), Dialogo del falco e dell’avvoltoio
(1987), Le isole del lago (1990), La campagna dell’ottantasette (1990), Analogia del mondo (1992, Premio di
poesia “Città di san vito a Tagliamento”), Nightchant
(1995), Sonetos profanos y sacros
(originale italiano e tradizione spagnola, 1996), Avventure dell’Uomo e del Figlio (1996), Anniversari (1999), Piazza
delle preghiere massacrate (1999, Premio “DeltaPOesia”, rappresentato in
versione teatrale a Roma e a New York), Dardi
(2000), Every Afternoon Can Make the
World Stand Still / Ogni meriggio può arrestare il mondo (originale
italiano e traduzione inglese, 2002, seconda edizione 2005), Volano in cento (originale italiano,
traduzione inglese e traduzione spagnola, 2002), Il cuore del girasole (2006, Premio “Colli del Tronto”, 2007), Il volto quasi umano (2009) e La mezzanotte di Spoleto (2013), Il servo rosso / The red servant (2016,
Poesie scelte 1979 – 2002, originale italiano, traduzione inglese).
Le poesie riportate sono tratte da "IL SERVO ROSSO" Puntoacapo 2016
La nona giornata della Novena di Santa Teresa di Lisieux
Ieri notte
gli è sembrato di stare ritto
in piedi
ad essi rivolto, e di dire:
“ O sorelle e fratelli
dell’acquario –
in questa chiesa grande di
Saint Mary
che (lo ha detto un parroco
invidioso)
‘ha le pretese di una
cattedrale’ –
lo sentite anche voi
che l’aria del mattino è come
acqua
filtrata dall’ampie vetrate
ricamate di piombo e di
colori?
Nàutili dello spirito
o palombari condannati,
galleggiamo sospesi
(non c’è nessuno
con cui verificare la realtà).
Siamo pochi a quest’ora - una
ventina –
ed ognuno di noi ha un lungo
banco
tutto per sé.
Al momento del segno della
pace
non ci serriamo le mani,
ma ci salutiamo da lungi
leviamo leggera la destra
con un gesto che nasce
da un certo qual languore e
sonnolenza
ma che finisce
con il diventare solenne.
Non siamo
affamigliati insieme
non scorrono tra noi
fili di amicizia
o rivoli di sangue.
Sperso
Quello - in - croce che lei
gli ha regalato
(di ottone rosso: un torbido antiquario
l’ha venduto con mani un po’
tremanti)
e che sta appeso al vertice,
al triangolo
del soffitto di legno:
lui si sente incitato, nel
silenzio,
a rivolgersi ad esso
e quasi corre in camera
e si piega giù ai piedi del
letto.
È l’ora blu-morente del
crepuscolo,
e già la cosa non si vede più
la parete è soltanto una
macchia
di buio che calmo s’addensa –
un colpo di pennello dietro
l’altro –
e lui resta insicuro
che ci sia veramente,
quel patibolo piccolo lassù.
Dardo 65
Nei rari momenti (ad esempio
nello specchio abbrumato di un
motel)
in cui lo sguardo declina
verso il corpo in sua povertà
(defoliato dagli anni) e
nudità
intorcigliato intorno
all’indifeso
oscuro pene contro
il pallore del ventre
dunque in disperata purità
là dove la miseria
escludendo vergogna
è la modesta via maestra
verso la dignità –
ecco io allora scorgo il corpo
di Gesù.
Bllomington, Indiana
Dardo 79
Il corporale crollo ha sempre in sé
qualche cosa di comico.
Abituarsi a morire è imparare
a sorridere (non ridere
soltanto)
di se stessi.
Laghetto di Linsley
Dardo 98
Sento a volte una voce di pastora
sull’altra riva del lago – una
voce
un po’ roca e velata (è una
pastora
che non disdegna il bere e
l’abbracciare):
“Fammi morire, che ti voglio
bene.”
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