domenica 13 marzo 2016

Salvatore Toma

                                                              POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Salvatore Toma, detto anche Totò Franz, è stato un poeta italiano, considerato tra i maggiori lirici salentini e pugliesi.

Nacque a Maglie,in provincia di Lecce, l' 11 maggio 1951 in una famiglia di fiorai. Frequentò il liceo classico, ma non volle proseguire gli studi, anche se da autodidatta continuò a studiare intensamente i poeti che amava. In vita pubblicò sei raccolte di poesie, dal 1970 al 1983: Poesie (1970), Ad esempio una vacanza (1972), Poesie scelte (1977), Un anno in sospeso(1979), Ancora un anno (1981), Forse ci siamo (1983). Viveva in una casa di campagna nel rione "Ciancole" e possedeva un allevamento di alani. Alcuni hanno attribuito la sua morte, avvenuta il 17 marzo 1987, alla prematura età di 35 anni, ad un suicidio, sebbene l'ipotesi più credibile sia che egli si sia lasciato morire per abuso di alcolici. 
La sua fama è stata accresciuta a livello nazionale dalla pubblicazione della raccolta di poesie 
Canzoniere della Morte (Einaudi, 1999).


da:

         Canzoniere della Morte

*
Il poeta è uno scienziato
coi piedi sulla terra,
sulla luna c'è andato
da appena nato.
Il poeta è un uomo
un poco morto
e conosce cose orrende
chissà come
per questo ride di voi
di tutti voi.


*
Il poeta esce col sole e con la pioggia                                           
come il lombrico d'inverno
e la cicala d'estate
canta e il suo lavoro
che non è poco è tutto qui.
D'inverno come il lombrico
sbuca nudo dalla terra
si torce al riflesso di un miraggio
insegna la favola più antica.


*
Chi muore
lentamente in fondo al lago
fra l'azzurro e i canneti
non muore soffocato
ma lievita piano in profondità.
Avrà sul capo una foglia
e su di essa un ranocchio
a conferma dell'eternità.



*
Quando sarò morto
che non vi venga in mente
di mettere manifesti:
morto serenamente
o dopo lunga sofferenza
o peggio ancora in grazia di dio.
Io sono morto
per la vostra presenza


*
Ultima lettera di un suicida modello

A questo punto
cercate di non rompermi i coglioni
anche da morto.
È un innato modo di fare
questo mio non accettare
di esistere.
Non state a riesumarmi dunque
con la forza delle vostre certezze
o piuttosto a giustificarvi
che chi s'ammazza è un vigliacco:
a creare progettare ed approvare
la propria morte ci vuole coraggio!
Ci vuole il tempo
che a voi fa paura.
Farsi fuori è un modo di vivere
finalmente a modo proprio
a modo vero.
Perciò non state ad inventarvi
fandonie psicologiche
sul mio conto o crisi esistenziali
da manie di persecuzione
per motivi di comodo
e di non colpevolezza.
Ci rivedremo
ci rivedremo senz'altro
e ne riparleremo...
Addio bastardi maledetti
vermi immondi
addio noiosi assassini.


                                                POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Nessun commento:

Posta un commento